L'INTERVENTO / Enzo Boschi: "I morti del 29 maggio si potevano evitare"

Commissione grandi rischi, l’attacco di Enzo Boschi

Terremoto, soccorsi alla fabbrica Haemotronic a Medolla

Terremoto, soccorsi alla fabbrica Haemotronic a Medolla

Enzo Boschi
Enzo Boschi

 

Viviana Bruschi del Resto del Carlino di Modena il 30 ottobre 2014 pubblicò uno sfogo della signora Anna, madre del giovane Giordano morto sotto le macerie di uno dei capannoni crollati il 29 maggio 2012 a seguito della seconda forte scossa nella Bassa Emiliana.

La signora Anna dice: ‘Ogni giorno è più amaro del giorno prima. È vergognoso perdere i figli sul luogo di lavoro. Non dovevano aprire le aziende... in attesa di capire qualcosa di più. Se i nostri figli fossero morti il 20 maggio, giorno della prima quanto inaspettata scossa, sarebbe stato davvero il destino, dopo no, dopo non si può incolpare il caso. Le loro sono state ‘morti annunciate’ che si potevano evitare...’

La signora Anna ha completamente ragione: dopo la prima scossa del 20 maggio era doveroso che la Commissione Grandi Rischi (Cgr) si riunisse, comunicasse con forza la possibilità di un’altra forte scossa a breve e indicasse le misure cautelari da imporre.

In Italia quasi sempre scosse forti sono seguite da scosse forti. Ricordiamo a titolo di esempio alcuni casi recenti: Belice 1968, Friuli 1976, Irpinia 1980, Umbria 1997, L’Aquila 2009, Appennino Centrale 2016-17. A scosse importanti seguono sempre una o più scosse dello stesso ordine di grandezza, comunque abbastanza forti da generare problemi.

Non era difficile operare bene per la Cgr: bastava una conoscenza anche minima della sismicità italiana. Invece non si riunì dopo un terremoto distruttivo per la prima volta da quando, all’inizio degli anni ‘80, fu creata da Zamberletti.

Perché non si riunì? Non c’è mai stata risposta a questa domanda.

Ma nessuna giustificazione plausibile è stata ancora data per quella gravissima omissione, che ha fatto sì che tutti tornassero alle loro attività, dove appunto si trovavano le vittime il 29 maggio al momento della scossa.

Si cercò con impegno invece di distrarre l’attenzione da questa nefasta trascuratezza ipotizzando cause assurde delle due scosse come se in Emilia non valesse la Teoria della Tettonica a Placche.

Si inventò di tutto e di più. L’estrazione petrolifera in località Cavone, che avrebbe provocato un sisma a una ventina di chilometri di distanza è stata la più pubblicizzata.

Il fracking, cioè la frantumazione di rocce per ricavarne gas, addirittura sospettato di essere praticato di nascosto pur sapendo che nella Bassa le rocce non hanno le caratteristiche fisico-chimiche utili allo scopo.

La causa più ridicola suggerita fu il deposito di gas a Rivara: un progetto neanche esecutivo, solo carta e idee, che avrebbe provocato i terremoti... con il pensiero!

Si tentò anche di incolpare la Mappa di Pericolosità Sismica, che avrebbe sottovalutato la sismicità emiliana. Poi politici e funzionari regionali scoprirono che non solo era una solenne sciocchezza ma che la mitigazione del rischio sismico è compito esclusivo della Regione, come recita il titolo V della Costituzione.

Nessuno che si sia preoccupato del dolore terribile della signora Anna e dei familiari di tutte le altre vittime. Nessuno che finora si sia dato da fare per mettere in luce le responsabilità del gruppo di ‘esperti’ che componevano e tuttora compongono la Cgr, certamente sostenuti da politici anch’essi in difetto nei loro doveri di amministratori.

Ma la scusa più vergognosa e inaccettabile è stata affermare che la Cgr non si sarebbe riunita il 20 maggio del 2012 per la paura di incorrere nei rigori della legge a causa del processo che era in corso a L’Aquila!

Pura ignoranza: alla riunione del 31 marzo 2009 a L’Aquila presentammo mappe e documenti dai quali appariva in tutta evidenza l’altissima pericolosità sismica dell’Abruzzo e dell’Aquilano tanto che il Sindaco, massima autorità di Protezione Civile nella sua città, chiese lo stato di emergenza il giorno dopo!

Ma il momento più vergognoso è stato vedere l’8 giugno 2012 l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, il massimo potere esecutivo, che preconizzò in diretta televisiva una ‘significativa probabilità’ di una scossa disastrosa a Ferrara nel breve termine. Un qualunque modesto sismologo avrebbe potuto, sulla base dei dati registrati e disponibili, affermare che ormai la sequenza sismica era sostanzialmente conclusa o che, in ogni caso, si andava sviluppando nella direzione opposta a quella di Ferrara.

Monti ebbe anche la gentilezza di ‘ringraziare’ coloro che lo avevano indotto a un simile exploit ...

Perché un’assurdità simile? Un altro tentativo di far dimenticare l’omissione imperdonabile compiuta sperando in una scossa nel ferrarese che avrebbe forse rivalutato gli ‘esperti’ e fatto dimenticare tutte le omissioni del potere politico?

Sintomatico e ridicolo che nei giorni successivi il coordinatore della sezione sismica della CGR tentò di far passare una piccola scossa in mare al largo di Ravenna come la scossa prevista nel ferrarese... come può essere letto sul Resto del Carlino di quei giorni.

La miglior maniera per celebrare il quinto anniversario delle scosse emiliane del maggio 2012 sarebbe rinnovare in maniera trasparente e completamente la sezione sismica della Cgr sulla base esclusiva delle competenze tecnico-scientifiche e non delle amicizie politiche. Lo stesso dicasi per la Presidenza della CGR e dell’INGV.