Telecamere di controllo? Perché no «Basta saperle usare e non sentirsi in un film»

Lorenzo Cremonini, consulente alla sicurezza: «Nel futuro però ci sono i droni»

Telecamere

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Sistemi di sicurezza negli appartamenti e nei condomini con l’aiuto della tecnologia? «Oggi si può fare molto per rendere più sicure le nostre case – risponde Stefano Cremonini, consulente sulla sicurezza industriale e privata per la Delta Drone di Bologna –, ma a una condizione: purché non si abbia in mente Csi o qualche altro telefilm americano». Perché mai? «Attrezzature costose, dotate di software per il riconoscimento dei volti o di rilevamento del movimento notturno esistono, certo, ma hanno costi molto alti e necessitano di sistemi di gestione particolarmente complessi, quindi di infrastrutture informatiche pesanti, che non li rendono convenienti per la semplice sicurezza di un condominio».

Meglio rivolgersi alla cara vecchia videosorveglianza. Che, certo, non è l’unico sistema con cui difendersi oggi, ma resta di gran lunga il più utilizzato e il più funzionale.

«In strutture abitative complesse – conferma Cremonini – anche la videosorveglianza gioca il suo ruolo». Insieme a cosa?

Le strade alternative o complementari alle telecamere tradizionali che si possono seguire sono principalmente due. La prima sembrava superata e invece non lo è affatto: l’allarme sonoro. «Un allarme che suona di notte – spiega l’esperto –, ha la controindicazione di poter disturbare i vicini, se troppo sensibile. Ma se ben tarato, rimane ancora un ottimo deterrente e per un motivo banale: lo sente anche il ladro. Si sente in pericolo, e scappa».

Il futuro invece è fatto di droni, oggi ce ne sono di poco costosi, in grado di alzarsi in volo in caso di rilevamento di pericolo e poter così assicurare una visuale dall’alto che eviti il rischio di zone d’ombra. Riprendere il ladro, quindi. Ma poi per farne cosa? «Non certo per riconoscerlo e incriminarlo – avverte Cremonini –, visto che la cassazione ha già chiarito più volte che il solo riconoscimento a video, anche se l’immagine è nitida, non è sufficiente». Ma poter disporre in tempo reale dell’immagine di un ladro che cerca di introdursi nel palazzo può servire al portiere, se c’è, per farlo intervenire. Oppure si può decidere di ricevere a turno le immagini sul proprio cellulare, valutarle in tempo reale e decidere se chiamare la polizia, anche se alcuni sistemi possono essere già tarati per inviare in automatico le immagini a un istituto di vigilanza o alle forze dell’ordine. La cosa, infine, può valere per il futuro, permettendo a chi guarda le immagini di capire come il ladro è entrato e quali sono i punti deboli del palazzo. Tutto nel massimo rispetto della privacy, ovvio: la presenza di telecamere oggi va sempre segnalata con un cartello, e le immagini possono essere visionate ma non conservate oltre le 24 ore, per non incappare in un reato.

Allarmi perimetrali, l’alternativa per pochi. Utili, ma difficili da gestire in grandi condomìni

L’alternativa alla videosorveglianza? C’è, e si chiama allarme perimetrale. Un sistema di rilevamento della presenza che gioca tutto su un vantaggio non da poco: il tempo. Ovvero: sente la presenza del ladro in anticipo, quando è ancora fuori dall’appartamento o dal palazzo. E prende provvedimenti, in molti modi. Urlandolo al mondo, ladro compreso, tramite un allarme sonoro. Avvertendo il proprietario tramite un’immagine su uno schermo o su un cellulare. Avvertendo un istituto di vigilanza, se previsto, o inviando una segnalazione alle forze dell’ordine.

«Abbiamo previsto e realizzato soluzioni di questo tipo per molti condomini – conferma Stefano Cremonini, consulente alla sicurezza per la Delta Droni –, rilevando un buon funzionamento del sistema». Certo, per far sì che un allarme perimetrale sia funzionale c’è bisogno di un contesto specifico: «Condomini piccoli e molto ben strutturati, in cui è facile mettersi d’accordo». Perché dev’essere chiaro a tutti, onde evitare continui falsi allarmi, che una volta inserito l’allarme nessuno più più entrare o uscire. O che, se lo fa, deve ricordarsi di disattivare l’allarme e, subito dopo essere passati, riattivarlo.

Più facile farlo nelle case singole o nei condomini composti da poche persone. «I nostri tentativi di utilizzo in condomini mediograndi invece – conferma Cremonini – si sono rilevati più complicati proprio per questo problema di gestione». L’ultimo elemento da considerare, in questo senso, è legato alla presenza di animali domestici. Se si è vicini a un bosco, infatti, nessun problema per scoiattolo volatili, ma l’allarme potrebbe scattare in continuazione per animali di più grossa taglia. Idem in città: i gatti passerebbero senza problemi. Un cane di media taglia, e per di più vivace, finirebbe per rendere la vita dell’allarme perimetrale impossibile. E con la sua, anche la nostra.