Roma, 11 aprile 2011- Il sudafricano Charl Schwartzel ha vinto con 274 colpi (69 71 68 66) il 75° Masters Tournament, primo major stagionale disputato sul percorso dell'Augusta National ad Augusta in Georgia. E stato il Masters dei giovani dove Schwartzel, 27 anni nel prossimo agosto, ha superato di due colpi gli australiani Jason Day (276 - 72 64 72 68), 24 anni a novembre, e Adam Scott (276 - 72 70 67 67), trentuno a luglio, e dove si è inserito splendidamente anche Edoardo Molinari, trent'anni compiuti da poco, che si è classificato all'11° posto con 283 (74 70 69 70) dopo una continua rimonta partita dal 64° iniziale.

E va ricordato anche il quasi 22enne nordirlandese Rory McIlroy, al quale va concesso l'onore delle armi sebbene sia crollato nel giro finale con un 80 e terminato al 15° posto con 284, dopo aver condotto nei primi tre turni e aver iniziato il quarto con quattro colpi di margine sui primi inseguitori tra i quali Schwartzel e Day.

E nella copertina del torneo va inserito anche Tiger Woods, che dopo le prime nove buche da manuale (parziale di 31 e 67 totale con un eagle, cinque birdie e due bogey) si è portato al comando in folta compagnia. E lo era anche quando è entrato in club house, prima che nelle ultime buche le cose cambiassero radicalmente.

Nel quarto posto con 278 (71 66 74 67), che ha ottenuto insieme all'australiano Geoff Ogilvy e all'inglese Luke Donald, ci sono quasi sicuramente le premesse di un suo ritorno a grandissimi livelli, specie se si tiene conto che è andato a pieno regime solo per due giri su quattro. Mai forse si era visto così preciso da tee a green e ora manca solo la piena confidenza con il putter che non lo ha assistito con continuità.

Ha ceduto Angel Cabrera, da secondo a settimo con 279, forse anche un po’ deconcentrato dalle disavventure del suo compagno di gioco McIlroy, così come il coreano K.J. Choi, anch’egli secondo dopo tre turni e ottavo alla fine con 280 (insieme a Bo Van Pelt), che ha ecceduto in prudenza nella prima parte e poi è mancato quando occorreva attaccare.

Molinari ha avuto la compagnia di Steve Stricker e degli inglesi Lee Westwood e Justin Rose e va sottolineato il bel torneo di Fred Couples (15°), 51 anni e mal di schiena cronico ma tanta classe. Non sono stati mai in partita Jim Furyk, 24° con 286, il campione uscente Phil Mickelson, 27° con 287, lo spagnolo Sergio Garcia, 35° con 288, l’inglese Paul Casey, 38° con 289, il sudafricano Ernie Els, 47° con 293, e il colombiano Camilo Villegas, 49° e ultimo con 294.

Non ha superato il taglio per un colpo Francesco Molinari (50° con 146 - 75 71) e con lui sono usciti Zach Johnson e Hunter Mahan (146), il nordirlandese Graeme McDowell (147), il sudafricano Retief Goosen (148), che era stato leader dopo le prime dieci buche del major, l'irlandese Padraig Harrington (149) e il tedesco Martin Kaymer (150), numero uno mondiale.

E’ stato un Masters che ha riservato tutte le emozioni possibili in un giro finale nel quale sono stati in corsa per il titolo tutti i primi nove classificati. Dopo tre buche McIlroy, che ha iniziato con un bogey, ha visto annullati i quattro colpi di vantaggio proprio da Schwartzel, che ha imbucato da fuori green alla prima buca e che ha messo a segno la palla con un wedge da un’ottantina di metri per l’eagle alla terza (par 4). Nel frattempo stava recuperando Woods e quando McIrloy ha perso un altro colpo alla buca 5 l’ex numero uno mondiale, già alla buca 9, è andato al comando con lo stesso nordirlandese e con Schwartzel.

Alla buca 10 (par 4) è iniziato il dramma di McIlroy che ha spedito la palla con il driver nel giardino di una villetta a ridosso del fairway e da quel momento non ha trovato più la via giusta per il green, imbucando solo al settimo colpo. Quasi contemporaneamente Woods ha preso tre putts alla buca 12 mentre in cima alla classifica, con “meno 10” Schwartzel è stato affiancato da Cabrera, Choi e Adam Scott, rinvenuto con azione molto decisa.

Il calvario di McIlroy si è consumato del tutto nelle due buche successive sulle quali ha lasciato altri tre colpi, una lacrima dopo l’ennesimo drive sbilenco, la possibilità di vincere e anche di un piazzamento tra i top ten. Woods è tornato in corsa con un birdie alla 15, dove però ha mancato l’eagle da poco più di un metro, in una situazione molto confusa che a un certo momento ha visto in vetta anche Ogilvy, Day, Bo Van Pelt e Luke Donald, oltre a Schwartzel.

Poco dopo essere divenuto leader in club house, Woods ha visto svanire il possibile spareggio per l’attacco di Scott, leader solitario per un birdie alla 14. Alla 15 l’australiano si è salvato da una situazione difficile dopo aver spedito la palla tra la folla con il secondo colpo, e alla 16 ha portato con un “meno 12” a due lunghezze il vantaggio sugli inseguitori grazie a una palla in bandiera dopo il tee shot..

La pressione, però, ha avuto il suo effetto con un putt molto difficile per il par alla 17, dopo visita a due bunker. Prima che il leader effettuasse il colpo, Day, che giocata insieme a lui, ha messo a segno da lunga distanza il putt per il “meno 11” e Schwartzel alla buca 16 ha realizzato il secondo birdie consecutivo agguantando l’australiano, che ha salvato il complicato par prima di dare un’occhiata al leaderboard.

Alla buca 18 la doccia fredda per i due australiani: mentre erano sul green hanno avuto notizia del terzo birdie di Schwartzel, anche questo con un putt di circa tre metri alla 17, e del suo “meno 13”. Scott ha provato a segnare il birdie del possibile play off senza fortuna e Day invece ha messo a segno il suo putt per affiancare il connazionale al secondo posto, nella certezza però che anche questa non sarebbe stata la volta buona per gli australiani, mai vincitori di Masters e con Greg Norman che ne perse alcuni in maniera clamorosa.

Schwartzel, però, non si è fermato al semplice sorpasso e ha voluto strafare realizzando il quarto birdie di fila, anche questo da almeno quattro metri, evitando in tal modo ai suoi due avversari più irriducibili eventuali rimpianti.

Schwartzel è il terzo sudafricano a vestire la giacca verde dopo Gary Player (tre titoli: 1961, 1974, 1978) e Trevor Immelman (2008). E’ divenuto professionista giovanissimo nel 2002 e ha colto sei successi nell’European Tour. Lo scoro anno di è classificato secondo nel WGC Ca Championship. Era al secondo Masters, dopo il 30° posto dello scorso anno.

"Ho tratto giovamento - ha detto il vincitore – dall’essere stato in coppia con Choi, perché ha un gioco simile al mio e quindi mi ha dato anche dei buoni riferimenti. Dopo l'eagle alla terza buca e l’unico bogey alla quarta ho segnato solo par, ma non mi sono preoccupato poiché il mio gioco era buono".

"La svolta è arrivata alla 15: quel birdie, infatti, mi ha fatto uscire dalla catena dei par proprio nel momento in cui Scott e Day stavano allungando, Nelle ultime buche sono stati determinanti i ferri, ma ho anche avuto soddisfazione dal lungo lavoro in campo pratica sul putting. Che poi siano arrivati quattro birdie in sequenza è solo perché il golf è uno sport strano dove a volte queste cose accadono.

"L'ultima buca? Avevo visto tante volte in televisione fare quel cammino ai vincitori e, debbo ammettere, che è qualcosa di veramente speciale. Comunque ho trattenuto ogni entusiasmo: avevo un solo colpo di vantaggio e magari avrei potuto perdere pericolosamente la concentrazione". A Schwartzel è andato un assegno di 1.440.000 dollari su un montepremi di otto milioni di dollari.

Fatalista Scott: “Ho giocato molto bene ed è tutto quello che potevo chiedere. Non avevo opportunità di controllare Charl e quando al Masters sei con i primi e concludi con quattro birdie non puoi che vincere. Non ho potuto far nulla. Cercavo di non guardare il lederboard, ma è facile capire dalle urla delle gente cosa sta accadendo e questo forse non è un bene.

"Sono fiero di quello che ho fatto: forse sarebbe stato possibile ottenere qualcosa di meglio, ma sotto quella pressione non è facile”.

Infine Woods: “Ho effettuato la partenza che volevo e ho recuperato, poi speravo di capitalizzare qualcosa in più nel rientro ma così non è stato. Ho giocato bene per tutto il torneo, non ho vinto ma ci sono le prossime settimane. Ho avuto belle sensazioni e questa credo che sia la cosa migliore”.

Il giro finale di Edoardo Molinari è iniziato con il quarto birdie del torneo alla buca 2 ed è proseguito con un bogey alla 4, il terzo consecutivo. Ha riguadagnato un colpo al par alla 7, lo ha ceduto alla 12, poi ha infilato tre birdie consecutivi alle buche 13, 14 e 15. Un bogey alla 16 gli ha negato un piazzamento tra i top ten, ma essendo entrato tra i primi 16 l’anno prossimo sarà comunque nuovamente al via.

Il torinese, che ha guadagnato 176.000 dollari, è 30° nella classifica mondiale, con Francesco Molinari 19° e Matteo Manassero 57°. Kaymer è rimasto leader, seguito da Westwood, mentre è salito al terzo posto Donald, che ha superato Mickelson, e Woods si è portato dal sesto al quinto. Schwartzel è balzato dalla 29ª all’11ª posizione.