Mercoledì 24 Aprile 2024

Trattativa Stato-mafia, la corte ammette le domande del legale di Riina a Napolitano

L'avvocato del boss intende porre al capo dello Stato domande relative ai nuovi atti e documenti depositati nella scorsa udienza dall'accusa e provenienti dai servizi segreti

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Ansa)

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Ansa)

Palermo, 24 ottobre 2014 - La Corte di assise di Palermo ha dichiarato ammissibile la richiesta di ampliamento della prova testimoniale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avanzata ieri dal difensore del boss Totò Riina, avvocato Luca Cianferoni nell'ambito del processo per la trattativa Stato-mafia. 

Il legale intende porre al capo dello Stato domande relative ai nuovi atti e documenti depositati nella scorsa udienza dall'accusa e provenienti dai servizi segreti, che tra il giugno 1992 e l'agosto 1993 informavano del rischio di attentati anche nei confronti di soggetti politici, tra cui gli allora presidenti di Camera e Senato Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini. 

Nell'udienza di martedì prossimo al Quirinale, dunque, l'avvocato del boss corleonese potrà porre al presidente della Repubblica domande sui fatti accaduti tra il 1992 e il 1994 e citati negli atti depositati dai Pm. 

"Secondo la Corte d'assise di Palermo la richiesta di nuova prova testimoniale del Capo dello Stato non è né superflua né manifestamente irrilevante poiché si riferisce a fatti che sono oggetto del dibattimento", ha detto il presidente della Corte, Alfredo Montalto, leggendo l'ordinanza con cui ammette la richiesta di nuova prova testimoniale del presidente della Repubblica, avanzata dalla difesa di Totò Riina. 

La Corte, comunque, ha ricordato che proprio per le prorogative costituzionali di cui gode il presidente della Repubblica, la deposizione "non può prescindere dalla disponibilità del Capo dello Stato di cui la Corte non può che prendere atto".