Giovedì 18 Aprile 2024

La strofa più bella della musica italiana? Sceglietela voi, scriveteci

Inviate una mail a [email protected], pubblicheremo le vostre parole preferite LE MAIL - Ecco i testi inviati dai lettori

Lucio Dalla e Francesco De Gregori

Lucio Dalla e Francesco De Gregori

"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior". Oppure: "E qualcosa rimane, fra le pagine chiare e le pagine scure". Ancora: "Sotto un cielo di ferro e di gesso, l'uomo riesce ad amare lo stesso". Per proseguire: "Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi, ritrovarsi a volare". Sono solo canzonette? Secondo il ministro Franceschini, i testi dei cantautori italiani sono anche un patrimonio culturale e dovrebbero diventare materia di studio nelle scuole. "Penso facciano parte della letteratura del nostro paese", ha detto il ministro a Bologna il 2 marzo, in visita alla casa di Lucio Dalla. Un riconoscimento che forse anticipa la sua intenzione di inserire, come proposta governativa, le parole senza musica della migliore tradizione italiana nel programma scolastico. Lo vedremo. Non tutti i diretti interessati ne sono, o ne sarebbero stati, entusiasti. Fabrizio De André, nel caso uno dei maggiori indiziati a diventare materia di studio, si ribellava all'idea. "Qualche furbacchione ha già inserito questo testo nelle antologie scolastiche, con il risultato di farla odiare ai ragazzi, costretti ad impararla a memoria", diceva, con il suo profilo snob, introducendo nei concerti 'La guerra di Piero'.

L'INTERVISTA Mogol: "Portiamo nelle scuole i testi di valore poetico" - di LAURA ALARI

Ma non è possibile liquidare con un semplice  scetticismo d'elitè il parere del ministro dei Beni Culturali. Franceschini, più che da uomo di governo, ha parlato da appassionato della musica e dei testi. Come uno dei milioni di italiani cresciuti con una colonna sonora personale che ha accompagnato, in modo uguale e sempre diverso, a seconda dei gusti e delle preferenze, del corso delle emozioni e delle varie generazioni, il percorso di una vita. Quello che ha detto Franceschini a casa Dalla, allora, può essere lo spunto per un sondaggio, rivolto ai nostri lettori. Scegliete, o se preferite scegliamo insieme, la strofa più bella della storia della musica italiana. Frammenti di poesia, perfino svincolati,se possibile, dagli accordi. Anche se testo e musica vanno sempre insieme.

I quattro esempi fatti all'inizio (De André, De Gregori, Dalla, Battisti-Mogol) rappresentano solo una prima, piccolissima traccia. Se ne potrebbero fare altre mille, di citazioni. Da Paolo Conte ("Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali") a Guccini ("La polvere rossa si alzava lontano, e il sole brillava di luce non vera"), da Mina e Vanoni a Nannini e Mannoia, da Gaber a Tenco, Paoli, Endrigo, parte di Modugno e Morandi, Fossati, Vecchioni, Rino Gaetano, da Venditti a Vasco, da Battiato a Bennato, per arrivare ai più giovani, Ligabue a Silvestri, Gazzè, Fabri Fibra.

Qui si tratta di indicare la strofa più bella della propria storia della musica, e ognuno ha la sua, non la canzone della vita. Non vogliamo arrivare a una compilation di titoli, a una hit parade, né proporre un concorso stile frasi da Baci Perugina. Semmai comporre, insieme, un'antologia di versi in musica. La scelta è libera, liberissima, all'interno della tradizione d'autore. Anche quest'ultima definizione può essere discussa e discutibile. Ma, sia pure con tutto il rispetto, "finché la barca va, lasciala andare", oppure "com'è bello far l'amore, da Trieste in giù" non rientrano nella categoria, e c'è da credere che chi le ha composte, neanche lo pretendesse.

Nell'epoca dei talent show televisivi, la grande tradizione della musica italiana d'autore forse ha perso la carica profetica di un tempo, ma resta molto viva. Mai dimenticata, e allo stesso tempo sempre da riscoprire. Scegliete la vostra strofa preferita di sempre. "Caro amico ti scrivo", utilizziamo Lucio Dalla, una volta di più, sotto forma di slogan, per lanciare il nostro sondaggio. Grazie.le