Vasco Rossi, "il palco del concerto? Avveniristico"

Lo studio milanese Giò Forma ha ideato la struttura dei record

Da sinistra Santucci, Picco e Boje

Da sinistra Santucci, Picco e Boje

Modena, 27 giugno 2017 - ‘Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia, sopra la follia...’. È stata la poesia di Sally a ispirare l’avveniristico palco del ‘Modena park’. A rivelarlo è l’architetto Claudio Santucci - dello Studio milanese Giò Forma - che insieme alla sua squadra lo ha ideato e progettato con la supervisione di Vasco. «Sono 20 anni che lavoriamo per lui, dal primo mitico concerto di Imola: in un certo senso, possiamo dire di essere cresciuti insieme verso il futuro rimanendo però in fondo sempre gli stessi», inizia a spiegare con spiccato accento toscano. Giovedì sarà a Modena «per il soundcheck e naturalmente parteciperò allo storico concerto del 1 luglio - prosegue -, ma il nostro lavoro è finito». Iniziato un anno fa, l’attuale palco è stato scelto «tra sette proposte. Il Kom ha voluto vederli personalmente, ma si fida molto del nostro parere, ama seguirci. E così ha fatto anche questa volta».

LO SPECIALE

Lungo 150 metri e alto 26, la faraonica struttura rappresenta «un porto, punto di arrivo e ripartenza. Il muro che fa da sfondo ricorda in maniera latente e stilizzata una serie di container, appoggiati l’uno sull’altro. Rappresentano i vari aspetti di Vasco e delle sue canzoni. Come se 40 anni fossero tutti lì. E poi davanti ci sono 5 grandi strutture, carriponte che idealmente li spostano. Durante lo show si muovono a destra e sinistra, dilatano gli schermi e danno vita a diverse conformazioni scenografiche».

Le grandezze raggiunte «forse sono un record», ma non è quello che «ci interessava: il nostro obiettivo era dare la giusta dimensione per coinvolgere i 220mila spettatori. Come se tutti fossero a pochi metri da Vasco».

Il palco tiene naturalmente anche conto del tipo di evento. «È una struttura pensata per il concerto che raccoglie 40 anni di carriera - sottolinea Santucci -, con una scaletta strutturata con una particolare evoluzione, che rappresenta un arrivo che non è però la fine. L’idea è che il palco segua il variare della scenografia: alla fine sarà diverso dall’inizio, un punto di partenza verso altre mete...».

Giò Forma è composto «da una squadra di 16 persone ed è difficile stabilire quanti abbiano lavorato al progetto: anche se direttamente magari siamo stati in 4 o 5, le idee girano e sono un patrimonio culturale che appartiene a tutto lo studio. È in questo contento che è stato pensato».

Una cosa è certa: Santucci è fan di Vasco sin da quando era «ragazzino. E mentre frequentavo architettura sognavo di unire le mie due passioni: realizzare un palco per l’artista numero uno. Ora posso dire che è una soddisfazione che non ha prezzo». Sorride quando pensa ai mesi di progettazione, «con la sua musica a ispirarci. E proprio i versi di Sally, della vita che è un equilibrio sopra la follia ci ha spinto fino a qua. A realizzare un palco tra realtà e immaginazione, il segreto stesso del successo di Vasco...».

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