{{IMG_SX}}Bologna, 22 gennaio 2008 - Una nuova molecola capace di bloccare l'oncogene di tre gravi tumori pediatrici: i rabdobiosarcomi (incidenza dell'8% sul totale dei tumori pediatrici) i neuroblastomi (i più mortali con una incidenza del 15%) e i medulloblastomi (i più frequenti tumori cerebrali con una incidenza del 5%). Si chiama 'Pmp' ed è stata identificata e presentata oggi in occasione dell'apertura dei lavori della seconda edizione del congresso scientifico internazionale 'New Drugs in Pediatric Oncology', organizzato dall'Oncologia Pediatrica della scuola di medicina dell'Università di Bologna ed in particolare dal professor Andrea Pession, direttore dell'Oncologia ed Ematologia Pediatrica 'Lalla Seragnoli' del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.
«I risultati che abbiamo ottenuto nello studio preclinico -ha spiegato Roberto Tonelli che opera e collabora Pession nel centro di Ricerca del Policlinico - sono eclatanti, perchè abbiamo ottenuto la completa eliminazione del tumore senza alcuna tossicità correlata.

Pensiamo di terminare nell'arco di 18-24 mesi gli studi preclinici e passare all'utilizzo di quello che sarà così diventato un farmaco 'orfano' (è quello destinato a patologie rare o incurabili e che per questo non hanno uno sponsor o 'genitorè che desideri svilupparli cioè ad investire senza un prevedibile ritorno)». Di solito, è stato spiegato, i farmaci oncologici non hanno una indicazione specifica per l'utilizzo nei bambini, nonostante i tumori pediatrici abbiano caratteristiche diverse da quelli degli adulti e si sviluppano con dinamiche e velocità differenti. Il nuovo farmaco orfano eliminerebbe completamente le attuali terapie, sia le radioterapiche che le chirurgiche che, spesso, producono lesioni e/o menomazioni irrecuperabili. Altra caratteristica fondamentale è l'assenza di tossicità se si pensa che i geni del tumore sono attivi in fase embrionale.

 


«In questa ricerca - ha precisato Pession - siamo stati sostenuti dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna che ha investito 1 milione di euro: somma che serve a coprire gli studi preclinci. Per i passi successivi occorrono finanziamenti che solo le industrie farmaceutiche possono sostenere, ma spesso esse hanno interesse ad acquistare il prodotto finito per accantonarlo e produrlo solo quando la richiesta di mercato è a loro più favorevole». 
L'incidenza dei tumori pediatrici è pari al 6% del totale: ogni anno circa 12mila bambini si ammalano di cancro in Europa, mentre in Italia il numero atteso in un anno di nuovi tumori è di 1.400; in Emilia Romagna si contano 140-160 casi.

 

Nel corso dell'incontro Pession ha sottolineato che i veri progressi si possono ottenere oggi solo con i network mondiali e il professor Gertjan Kaspers (direttore del Centro Medico Universitario di Oncologia ed Ematologia pediatrica di Amsterdam) ha precisato che l'Italia in questo senso ha una rilevanza internazionale: basti pensare che per quanto riguarda la leucemia promielotica (leucemia rara ma estremamente aggressiva con esiti mortali in brevissimo tempo) l'Italia ha ottenuto i migliori risultati di possibilità di sopravvivenza acquisendo la paternità di uno dei primi protocolli a valenza internazionale al quale aderiranno 20 paesi coordinati appunto dall'Italia.