{{IMG_SX}}Ancona, 14 aprile 2008 - E' il verdetto emesso dal giudice monocratico di Ancona Vinicio Cantarini nei confronti di Luigi Lucchetta, medico odontoiatra accusato di aver causato a una paziente un'emiparesi alla linqua, nel 2002, dopo averle inserito due impianti fissi nella mandibola per sopperire alla precedente rimozione di una ciste. Venti giorni di reclusione (pena sospesa) per lesioni colpose gravi e pagamento di 15mila euro di provvisionale di risarcimento alla parte offesa.

 

La donna, una trentacinquenne di Cerreto D'Esi - assistita come parte civile dall'avvocato Massimo Gasparetti - subi' la recisione del nervo mandibolare. Secondo l'accusa, a causare il danno fu l'impianto di viti troppo lunghe rispetto alla consistenza dell'osso mandibolare, che avrebbero perforato il canale mandibolare fino a recidere il nervo. Al medico viene contestato l'aver atteso troppo, circa due mesi a mezzo, prima di togliere la protesi visto che la paziente aveva lamentato da subito forti e costanti dolori. Il tribunale ha stabilito che la quantificazione complessiva del danno dovra' essere fatta dal giudice civile nella causa già in corso.

 

Lucchetta, difeso dall'avvocato Sergio Novelli, ha respinto le accuse, sostenendo la correttezza del proprio operato. Secondo il difensore, la condotta del medico non poteva essere censurata basandosi solo sugli effetti dell'intervento ma sarebbe stato necessario considerare la scelta iniziale di intervenire. La difesa aveva chiesto al giudice di dichiarare improcedibile l'accusa per tardivita' della querela e di assolvere il medico perche' il fatto non costituisce reato.