
Inaugurata la nuova esposizione con le opere dei luoghi del sisma restaurate da professionisti. Tre sezioni tra grandiosi crocifissi lignei, pittura rinascimentale e capolavori del Barocco.
L’arte ferita dai terremoti che hanno colpito le Marche e Ancona negli scorsi anni ‘risorge’ alla Mole Vanvitelliana. Merito della mostra "Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede", inaugurata ieri, e che fino a metà giugno permetterà di ammirare opere provenienti da chiese e musei dei comuni danneggiati dai sismi del 2016-2017 e del novembre 2022. Già allestita a Roma e Ascoli Piceno, dopo il capoluogo l’esposizione, a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, chiuderà il suo ‘tour’ a San Severino Marche. A finanziarla sono ANCI Marche e Pio Sodalizio dei Piceni.
Tre le sezioni, ognuna caratterizzata da un colore ‘acceso’. In quella dedicata alle opere medievali è il blu a fare da sfondo a tre grandiosi crocifissi lignei, fra i quali spicca quello a rilievo su croce sagomata realizzato per la chiesa paleocristiana del Santissimo Salvatore di Ancona (oggi Santi Pellegrino e Teresa). Il restauro effettuato contribuirà alla migliore conservazione del bene. Nella seconda sezione, in cui domina il rosso, è protagonista la pittura rinascimentale: oltre alle opere di Carlo Crivelli, Antonio Vivarini, Pietro Alamanno e Cola dell’Amatrice, si segnala la presenza di uno dei capolavori di Lorenzo d’Alessandro, conservato al Museo Piersanti di Matelica ma proveniente dalla scomparsa chiesa di San Michele Arcangelo. Si tratta della Madonna in trono col Bambino e sant’Anna, san Rocco e san Sebastiano. La tavola era in pessimo stato di conservazione, ma a vederla oggi si stenterebbe a crederlo. La terza sezione, quella ‘gialla’, ospita opere del Barocco firmate da Ludovico Trasi, Giuseppe Puglia detto il Bastaro e Cesare Dandini, autore del grande (470×240 centimetri) olio su tela ‘San Carlo Borromeo in gloria e santi’. E’ la seconda opera anconetana in mostra, e proviene dalla chiesa del Santissimo Sacramento. Nell’opera compare anche San Lorenzo, figura significativa per Ancona, in quanto a lui era dedicata l’antica basilica sul colle Guasco dove poi fu edificato il Duomo.
Il senatore Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione, ricorda che oltre 5.200 edifici vincolati sono stati danneggiati (16 chiese solo ad Ancona). Ma molto è stato fatto: "Negli ultimi due anni abbiamo liquidato alle imprese il 57 per cento delle risorse distribuite dal 2016". L’assessore alla cultura Marta Paraventi osserva come l’evento contribuisca ad "accendere i riflettori sulla Mole, pronta ad accogliere una nuova stagione di mostre". Per Stefano Papetti l’esposizione significa anche "il recupero dell’identità dei territori". Anche Pierluigi Moriconi sottolinea "l’importanza di queste opere per le comunità dei luoghi colpiti dal sisma. Quando le abbiamo portate via per restaurarle nel deposito della Mole abbiamo capito quanto le persone vi sono attaccate". Una curiosità: grazie a una serie di Qr code il visitatore potrà vedere quello che c’è sotto la superficie pittorica dei dipinti, cioè i disegni preparatori, in alcuni casi splendidi (vedi il caso di Crivelli). Insomma, una mostra tutta da vedere.