Fabriano (Ancona), 16 marzo 2011 - C'è un importante precedente per le aziende di marchio italiano che vengono 'scopiazzate' dai cinesi. Ariston Thermo Group, leader nel settore del riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, prima al mondo per la produzione di scaldacqua e quarta in Europa nel riscaldamento ambienti, ha vinto una causa per contraffazione di marchio in Cina.

Il tribunale di Shanghai ha riconosciuto la ‘’high reputation’’ del marchio Ariston in Cina e ha condannato per contraffazione un produttore locale di scaldacqua. La sentenza che ha condannato il produttore di scaldacqua Foshan Shunde Arizhu Electric Appliance Co e’ esemplare secondo Ariston Thermo China Co. Ltd e M&B Marchi e Brevetti srl, proprio perche’ riconosce la grande reputazione del marchio: uno status attribuito a pochissime realta’ industriali estere e che consente una tutela estesa sul mercato cinese.
 

‘’Siamo presenti da 25 anni nel mercato cinese e abbiamo una quota importante nel riscaldamento dell’acqua e degli ambienti; Ariston e’ un marchio molto noto’’ commenta Paolo Merloni, amministratore delegato della societa’. ‘’La sentenza e’ la prima favorevole a un produttore di prodotti di riscaldamento e di comfort. Ora anche i prodotti ad alta tecnologia sono piu’ tutelati e potranno beneficiare di una protezione piu’ estesa del marchio. Un passo fondamentale per investire piu’ serenamente in un paese importantissimo per la nostra strategia di crescita’’.
 

La contraffazione e’ stata riscontrata nell’utilizzo di un marchio falsificato molto simile al marchio Ariston (anche se realizzato con nomi composti) sui prodotti, sul web, sull’imballaggio e sul materiale pubblicitario di Foshan; e nell’impiego di una ragione sociale anch’essa molto simile al marchio della societa’, in grado percio’ di confondere i consumatori.
 

Il Tribunale ha condannato la Foshan a rimuovere il marchio da ogni materiale o prodotto diffuso, alla cancellazione del sito web e modifica della ragione sociale e a pagare all’Ariston un risarcimento danni pari a 300 mila renminbi (circa 30.000 euro). La sentenza inoltre dovra’ essere pubblicata su testate giornalistiche nazionali e locali.