Ancona, 27 marzo 2013 - «QUELLA STATUA deve essere rimossa». Così la pensano i tanti intervenuti al gruppo ‘Per la rimozione della statua violata’ che si è costituito due giorni fa su Facebook diventato ‘sfogo’ di coloro che si definiscono attoniti dal ‘monumento’ alla donna, quella violata, quella vittima di un femminicidio che purtroppo riempie sempre di più le cronache di ogni giorno. Non piace il colore utilizzato, non piace che il suo corpo sia solo parzialmente coperto, non piace l’ostentazione della nudità, non piace l’idea di vederla comunque impegnata (con la borsetta in mano) anche se la sua intimità è stata aggredita. La contestazione senza veli dei social network è rovente perché c’è anche chi chiede non solo la rimozione della statua «ma che paghino coloro che l’hanno voluta».

IL LAVORO dello scultore a artista anconetano Floriano Ippoliti è stato pagato all’incirca 17mila euro di cui 10mila dati dalla Regione, Camera di Commercio, Comune di Ancona e altrettanti da privati. Molte donne si sentono poi offese. «Pur essendo molto bella, appare un monumento allo stupro, piuttosto che contro lo stupro», si legge. E ancora c’è chi propone di avviare una riflessione sul perché «il messaggio di questa statua è lesivo sia per la lotta contro la violenza sulle donne, sia per la lotta contro gli stereotipi negativi sulle donne».

NEI LUNGHI COMMENTI c’è chi prova ad addentrarsi nelle motivazioni che hanno indotto l’artista a realizzare l’opera. «Credo che il limite maggiore di questa opera stia nel rappresentare la donna, ancora una volta, come vittima. Una donna che non si ribella ma quasi ostenta un’accettazione del dolore fisico e psicologico subìto. Il particolare della borsetta — è scritto — ci racconta poi che non si tratta di violenza domestica (la maggior parte delle violenze subite dalla donne) ma di una violenza avvenuta all’esterno, probabilmente da parte di uno sconosciuto e chissà magari in qualche modo giustificata dall’avvenenza della donna stessa».

Parla lo scultore Floriano Ippoliti: "La rivolta contro la mia statua? C'è libertà d'espressione"

Dire che la statua ‘Violata’ sta facendo discutere sarebbe un eufemismo. L’opera dello scultore Floriano Ippoliti, a dirla tutta, ha suscitato un vero putiferio. Su Facebook è nata addirittura una pagina dal nome inequivocabile: ‘Per la rimozione della statua Violata’. I creatori (o meglio, le creatrici) chiedono dunque che la statua recentemente inaugurata fuori dalla galleria San Martino venga tolta, perché «rappresenta una donna seminuda, avvenente nella mortificazione a cui è sottoposta. Una rappresentazione che non contrasta lo stereotipo dell’immagine femminile. Una offesa alle donne». Molti dei commenti postati sulla pagina sono di ugual tenore. E diversi giudizi sono piuttosto tranchant. Silvia Nebbia scrive, ad esempio: «Brutta, sbagliata, inadatta, controproducente in tutto e per tutto». Barbara Gambini parla di «oscena bruttezza», Paolo Ferrante di «un accademico ampiamente digerito, al limite del pacchiano con quel colorito azzurrino che non c’entra nulla». Insomma, si va da considerazioni ‘ideologiche’ a commenti prettamente estetici. Ma come ha reagito l’autore di fronte a tante polemiche? A quanto pare, la cosa sembra interessarlo relativamente.

Ippoliti, che ne pensa di quello che sta accadendo?
«In Italia c’è libertà di espressione».

Però la sua opera sta facendo molto discutere...
«Ci sono persone che sono contro e persone che sono a favore. L’importante è farle le cose. Se no, non si può neanche discutere. Ce ne vorrebbero molte di più di opere d’arte, tra le brutture delle nostre città».

I giudizi negativi sono molti...
«Io ho proposto l’opera, e questa è stata appoggiata da tutti».

Ma si aspettava una simile reazione?
«E’ ovvio. Quella è la mia idea. Io l’ho vista e rappresentata così. Non tutti possono essere d’accordo. Ho cinquantotto anni, vengo dagli anni Settanta... Su un tema così scottante non ci può essere unanimità. Sì, me l’aspettavo. Ma questa polemica non è una notizia. Sarebbe stata una notizia se non ci fossero state polemiche».

Alcuni vorrebbero addirittura rimuovere la scultura...
«Non mi interessa fare polemiche. Dicano quello che vogliono. Facebook? Pettegolezzi. Io mi ricordo ancora della fontana di Cucchi...».

Hanno esagerato con le critiche?
«Ognuno è libero di esprimersi come crede, fortunatamente»