Jesi (Ancona), 14 ottobre 2013 – Banca Marche perde il suo presidente: Rainer Masera si dimette a tre mesi dalla sua nomina: “Non ci sono i presupposti per rafforzare nell’immediato il patrimonio” spiega lui stesso. Masera punta il dito contro i capitani di industria, essendo stato nominato presidente “sulla base di assicurazioni dal mondo imprenditoriale marchigiano che avrebbe svolto il ruolo di perno per il necessario rafforzamento patrimoniale della Banca”.


Banca che ha davanti a sé la necessità di reperire non più 300 o 400 milioni di euro per la ricapitalizzazione bensì 500 (“da realizzare in tempi molto ristretti”). Ma “non ha i presupposti per ricorrere in condizioni di ordinaria gestione e tempi brevissimi al mercato per rafforzare il patrimonio” scrive Masera a tre mesi dalla nomina. L’ex ministro lamenta l'assenza di impegni “del mondo imprenditoriale per poter assicurare, la creazione del nocciolo duro necessario per porla in sicurezza”, mentre “le Fondazioni non hanno l'intendimento, le disponibilità e le autorizzazioni necessari per accompagnare il rafforzamento patrimoniale”.


L’addio di Masera porta con sé le dimissioni di un consigliere indipendente: l'economista e docente universitario Pietro Alessandrini. “La mia scelta - ha spiegato – non è un atto di sfiducia nei confronti della banca che tuttavia ad oggi non ha trovato capitale sufficiente per rafforzarsi, né da fonti istituzionali né private”.


Ma l’ex Ministro si sente anche di rassicurare: “Lo scudo dell’autorità di vigilanza può senz'altro favorire, in condizioni appropriate e nei tempi adeguati, la necessaria ricapitalizzazione”. Masera riconosce come la gestione dei commissari ha permesso di “avviare il processo di risanamento industriale e mantenere la fiducia degli operatori. La Banca ha confermato la capacità di tenuta sul mercato, il radicamento nel territorio, le fondate prospettive di ripresa”.


I commissari Feliziani e Terrinoni sono al lavoro per verificare il reale valore della banca e l’interessamento di un grande gruppo bancario sarà decisivo per il futuro dell’istituto di credito marchigiano.


Sceglie di non replicare al j’accuse  Paolo Tanoni che guida la cordata di imprenditori marchigiani che dovrebbe ricapitalizzare l’istituto. L’avvocato si limita a ribadire di aver coinvolto nel progetto numerosi imprenditori e, a domanda, aggiunge: “Penso che andremo avanti”.

Sara Ferreri