REDAZIONE ANCONA

A bordo della nave di Emergency: "Dall’avvistamento alle prime cure. Così salviamo i naufraghi in fuga"

Il Carlino è salito sulla Life Support che dopo aver sbarcato 49 migranti è ancorata alla banchina 7. Il coordinatore sanitario dell’ong è l’anconetano Roberto Maccaroni: "Qui nulla è lasciato al caso".

Il Carlino è salito sulla Life Support che dopo aver sbarcato 49 migranti è ancorata alla banchina 7. Il coordinatore sanitario dell’ong è l’anconetano Roberto Maccaroni: "Qui nulla è lasciato al caso".

Il Carlino è salito sulla Life Support che dopo aver sbarcato 49 migranti è ancorata alla banchina 7. Il coordinatore sanitario dell’ong è l’anconetano Roberto Maccaroni: "Qui nulla è lasciato al caso".

Ancona, 22 novembre 2024 – Il bianco e il rosso su sfondo azzurro, tra mare e cielo, con la cattedrale di san Ciriaco ad ammirare dal Guasco. La nave di Emergency ‘Life Support’, battente bandiera panamense, biancorossa come i colori sociali dorici, ha trascorso alcuni giorni all’interno dello scalo anconetano. L’equipaggio marittimo ne ha approfittato per alcune manutenzioni, all’ordine del giorno per le navi delle ong che si occupano di salvare vite in mare. Domenica scorsa ha attraccato alla banchina 19 per consentire il trasbordo e l’accoglienza di 49 naufraghi (tra cui 6 minori e 6 donne) portati in salvo cinque giorni prima nel canale di Sicilia; il giorno dopo, concluse le operazioni, si è spostata alla banchina 7 da dove tra oggi e domani dovrebbe salpare, indirizzando la prua di nuovo a sud per tornare operativa in acque internazionali.

Il Carlino ha avuto l’opportunità di fare una sorta di viaggio conoscitivo a bordo della ‘Life Support’ per osservare i luoghi operativi dell’imbarcazione: dall’avvistamento in alto mare alla fine della missione una volta salutati i migranti, come accaduto domenica scorsa. Per l’equipaggio di Emergency era la prima volta in cui il ministero le aveva assegnato Ancona. La città di Roberto Maccaroni, cicerone d’eccezione e soprattutto coordinatore sanitario a bordo della nave: "La prima missione risale al 2022 e da allora, con quella di Ancona, ne abbiamo effettuate 27, con 48 operazioni di salvataggio complessive per un totale di naufraghi salvati pari a 2.342 persone – racconta Maccaroni, ex infermiere del pronto soccorso di Torrette – In questi due anni abbiamo acquisito una certa esperienza e affinato ogni dettaglio. Tutto comincia dal ponte di comando con l’avvistamento, poi si passa alle operazioni in mare effettuate con 2 Rhib (gommoni di salvataggio, ndr) con l’annuncio ‘Get ready to rescue’ – pronti al salvataggio – I migranti vengono accolti sul ponte dove avviene un primo triage ma solo per i casi davvero gravi; le ustioni da carburante vengono trattate con una doccia preliminare, poi tutti passano nella pancia della nave dove abbiamo allestito la prima accoglienza".

Nulla è lasciato al caso, dal kit iniziale con acqua e coperte, poi i vestiti, il materiale per l’igiene fino alla possibilità di usare bagni divisi per sesso, la zona filtro e soprattutto la clinica medica: "Questa è stata una mia creatura nello specifico visto il ruolo che ricopro. I casi più difficili trattati qui? Sicuramente 3 pazienti arrivati con gravi intossicazioni da monossido di carbonio e da vapori di benzina respirati a bordo della carretta del mare su cui viaggiavano".

Gli operatori di Emergency hanno potuto godere di due giorni di ferie/riposo, i marittimi sono a bordo a sistemare gli ultimi dettagli in vista della ripresa del viaggio verso il Mediterraneo. È triste pensare che nessuna delle autorità locali, a partire dall’amministrazione comunale, abbia voluto fare capolino anche per un semplice saluto all’equipaggio. Parliamo dell’unica nave di una ong italiana. Negli altri porti del Paese era andata diversamente.

Pierfrancesco Curzi