A nord ovest di Kiev dove i russi hanno sterminato senza pietà

Il reportage del cronista anconetano: cittadine tranquille come il nostro entroterra completamente sventrate

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di Pierfrancesco Curzi

Il territorio regionale a nord-ovest di Kiev (l’oblast) può essere paragonato, con tutte le differenze del caso, all’entroterra di Ancona.

Cittadine tranquille, borghi di campagna, boschi e pinete, insomma il posto ideale dove vivere, a una manciata di chilometri dalla grande città. In uno spazio geografico di una settantina di chilometri quadrati, paragonabile alla Vallesina, al momento sono stati commessi gli atti più atroci del conflitto da parte dell’esercito russo. I carri armati con le ‘Z’ sono entrati, preceduti dal sorvolo di mig ed elicotteri, il 25 febbraio scorso e lì hanno operato fino ai primi giorni di marzo quando, respinti dalla controffensiva ucraina, si sono ritirati.

In 35-37 giorni, secondo fonti ufficiali, sarebbero state uccisi più di 1.500 civili, ma il numero è destinato a salire. Mancano tante persone all’appello, alcune potrebbero essere state deportate, altre infilate dentro altre fosse comuni, la più grande delle quali è stata scoperta alle spalle di una chiesa a Bucha. Proprio Bucha e Irpin, due cittadine praticamente attaccate una all’altra, hanno rappresentato l’epicentro dello scontro armato e della barbarie. Prima che la difesa ucraina si organizzasse per respingere l’assalto a Kiev (uno degli obiettivi di Mosca, fallito, era occupare la capitale e destituire il presidente e creare un governo fantoccio con un suo candidato di fiducia), i russi hanno commesso delle atrocità che rischiano di trasformarsi in accuse di genocidio. Entrare a Irpin dal ponte della Romanivka (quello delle immagini dei civili in fuga a inizio marzo) fa già accapponare la pelle.

Lì si è combattuto un pezzo del conflitto armato su Irpin; lo scontro più aspro c’è stato a marzo inoltrato proprio lungo la strada che collega Irpin a Bucha. Qui, dal centro commerciale ‘Le giraffe’ fino a Vokzalna e Yablunska ulica, le vie di Bucha subito attigue, sono stati scoperti i cadaveri di innocenti a terra in quelle immagini che resteranno nella mente e nella storia.

A Irpin l’80% degli edifici ha riportato lesioni e danni gravi, il 30% è stato raso al suolo. Nei piccoli comuni limitrofi, Gorenka, Vorzel, Gostomel (sede dell’aeroporto Antonov distrutto dai caccia russi assieme all’aereo più grande del mondo) la distruzione è altrettanto totale.

E poi c’è Borodyanka, la città dove gli ‘Z’ hanno tirato giù interi palazzi seppellendo decine di innocenti sotto le macerie. Il sacrificio della ‘Vallesina’ ucraina dedicata ai posteri.