"Abbandono di minore". Tre sanitari a processo

Paziente con problemi psichici arrivato a Jesi senza indicazioni sulle terapie: la denuncia di un ex primario

"Abbandono di minore". Tre sanitari a processo

"Abbandono di minore". Tre sanitari a processo

Si era visto arrivare un ragazzino minorenne come paziente, senza che dalla struttura di partenza lo avessero avvisato e soprattutto senza indicare le esigenze terapeutiche. Per questo un ex primario dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, in difficoltà a trattare un caso così problematico, ritenuto non nelle competenze del suo servizio, si era rivolto ai carabinieri denunciando il comportamento subito da un direttore, una coordinatrice e una psichiatra di una comunità terapeutica di Cuneo, le persone che avevano disposto il trasferimento. I tre sono finiti a processo al tribunale di Ancona, per abbandono di minore, davanti alla giudice Francesca Pizii e dove ieri sono stati sentiti alcuni testimoni. Un caso molto articolato e delicato nato per le dimissioni di un 16enne, di origine albanese, affetto da disturbo di personalità. Il periodo di riferimento è il 2016, l’anno in cui i tre imputati, difesi dagli avvocati Luca Icardi e Giuseppe Damini, prestavano servizio nella struttura a Cuneo. Da loro era finito in cura il minorenne, residente in provincia di Pesaro e Urbino, precedentemente seguito da una comunità siciliana ma dove aveva combinato diversi guai. Il giovane aveva molestato una operatrice, a lei aveva rubato le chiavi dell’auto per scappare via con la vettura, un’altra volta aveva minacciato un dipendente della struttura con un paio di forbici per farsi dare dei soldi poi spesi in consumazioni al bar. Ritenendo che il ragazzo dovesse essere avvicinato al territorio in cui viveva, e più facilmente seguibile dai servizi sociali del posto, la comunità terapeutica di Cuneo (lì c’era stato ricoverato una 20ina di giorni già, causando altri problemi) aveva disposto le dimissioni e il trasferimento al Carlo Urbani, al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura con a capo il primario della denuncia. A Jesi il 16enne avrebbe inalato del Buscopan e convinto altri pazienti a farlo per sballarsi, poi avrebbe aggredito un altro ricoverato. Il tutto in soli dieci giorni di ricovero dopo di ché il primario aveva chiamato i carabinieri e segnalato i fatti anche al tribunale dei Minori facendo presente che il reparto non era un riformatorio e il minore più che cure psichiatriche aveva bisogno del carcere. Il 16enne venne mandato a Fano, al Servizio Psichiatrico che lo aveva già avuto in cura in precedenza e che gli aveva diagnosticato il disturbo di personalità. Da lì il ragazzino era stato ricoverato alla Neuropsichiatria del Salesi. Per la difesa degli imputati non c’è stato nessun abbandono di minore perché tutti e tre avevano mantenuto sempre contatti telefonici per accertarsi dell’arrivo del paziente a Jesi, avevano programmato il trasferimento con personale infermieristico preparato e il problema era solo dovuto al fine settimana, il giorno in cui avvenne il trasferimento, perché non erano operativi i servizi sociali. Prossima udienza 12 maggio.

Marina Verdenelli