Abusi sessuali e revenge porn: due arresti

In carcere fratelli bengalesi accusati di aver ricattato almeno due ragazze, una delle quali minorenne, con video compromettenti

Migration

Una storiaccia. Fatta di sesso e ricatti, di bugie e minacce. Di decine di foto e video compromettenti fatti circolare per infangare l’immagine di due ragazze, una delle quali peraltro minorenne. Il tutto all’interno di una comunità, quella bengalese, che ad Ancona rappresenta oltre a una fetta importante della popolazione, anche una risorsa ben integrata e parte attiva per far progredire la città dal punto di vista commerciale e cantieristico. I carabinieri della stazione di Ancona Principale, diretta dal luogotenente Antonio Saracino, hanno dato esecuzione nelle ultime ore a due misure cautelari in carcere nei confronti di altrettanti fratelli bengalesi, di 25 e 22 anni: sono accusati di violenza sessuale, revenge porn anche a danno di minori, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, lesioni private. I due, residenti in città sono conosciuti non solo dalla loro comunità, ma anche oltre per attività commerciali di cui sono titolari nella zona compresa tra la stazione e il Piano.

Negozi che sono stati proprio l’incipit di una storia inquietante, stando alla ricostruzione degli inquirenti. Una delle due attività - che non sono oggetto di misure restrittive è bene sottolinearlo - è specializzata nella vendita e nella riparazione di telefoni cellulari. Proprio dalla riparazione di uno smartphone, il titolare si è imbattuto in un video di una ragazza, anche lei facente parte della comunità bengalese anconetana, che faceva sesso con il suo fidanzato. Per screditarla, al fine di attirare la sua attenzione e costringerla a fare sesso con lui, il bengalese avrebbe minacciato di far girare il video a tutte le conoscenze in comune tra loro.

I filmati sarebbero stati effettivamente divulgati senza alcuna censura. Ma ci sarebbe anche un altro video che interessa una seconda ragazza, questa minorenne, realizzato a sua insaputa e anche questo purtroppo messo in circolazione ad arte.

Sempre con lo stesso obiettivo: ricattarla per portarla a letto.

Le indagini, avviate agli inizi di marzo, hanno avuto il loro epiologo negli ultimi giorni con l’emissione da parte dell’autorità giudiziaria di due provvedimenti cautelari. Solo uno dei due fratelli bengalesi è accusato di revenge porn, ma per entrambi si configurerebbe l’accusa di violenza, detenzione di materiale pedopornohgrafico e violenza privata.

A seguito delle denunce raccolte, i carabinieri hano iniziato a porre attenzione alle mosse dei due bengalesi che avrebbe continuato come niente fosse a fare la loro vita in famiglia, pur sapendo che due ragazze erano state da loro pesantemente ricattate e messe alla berlina.

Centinaia le foto e i video a sfondo sessuale che i carabinieri avrebbero trovato in alcuni telefoni sequestrati agli indagati. Si scava anche all’interno di memorie informatiche e altri supporti a caccia di ulteriori prove della colpevolezza dei due bengalesi. Le indagini dei militari della stazione principale non sono ancora concluse.

I provvedimenti restrittivi sono motivati dal pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. I carabinieri stanno cercando altro materiale informatico e allargano il giro anche ad altre possibili vittime di minacce e ricatti sessuali. La notizia sta facendo clamore nella comunità bengalese anconetana, ritenuta da sempre una delle più laboriose e attive nel tessuto produttivo del capoluogo marchigiano.