Accuse sui social, scontro tra sindacalisti

Il delegato alla sanità per la Cgil è finito a processo per diffamazione a causa di alcuni post riferiti ad alcuni colleghi del Nursind

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di Marina Verdenelli

I commenti ad un post fatto tramite la sua pagina Facebook inguaiano un sindacalista finito a processo per diffamazione aggravata dall’utilizzo del mezzo social. A sentirsi offesa dalle righe scritte è stata Elsa Frogioni, ex segretario territoriale del Nursind che si è dimessa dall’incarico ad agosto del 2020. Una vicenda che si sta cercando di chiarire nel dibattimento già in corso al tribunale dorico, dove l’imputato è un delegato alla sanità per la Cgil, Massimo Capannelli, 38 anni.

Ad aprile di quattro anni fa il sindacalista si sarebbe lasciato andare in uno sfogo su Facebook, accusando il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, di poca trasparenza e legalità. In quel periodo c’erano in corso le elezioni dei rappresentanti interni, le Rsu, per l’Area vasta 2, e, stando anche a quanto ha aiutato a ricostruire ieri mattina un testimone dell’accusa sentito in aula, l’imputato aveva sollevato dei dubbi anche su Giuseppino Conti, segretario Nursind prima di Frogioni, sostenendo che facesse parte anche di un’altra associazione di rappresentanza di lavoratori, l’Ipasvi, con un rischio di conflitto di interessi (per questo c’è un procedimento di diffamazione a parte a carico dello stesso imputato). A quel post erano seguiti una serie di commenti pubblici e uno avrebbe tirato in ballo Frogioni, parte civile nel processo con l’avvocato Marcellino Marcellini. L’imputato avrebbe messo in dubbio la sua efficienza lavorativa. "A differenza di Elsa io lavoro e non sto a non fare niente". Il contenuto del commento ritenuto offensivo è stato spiegato in aula ieri mattina, davanti al giudice Lamberto Giusti, dalla testimone dell’accusa, una infermiera, iscritta al Nursind, che ha raccontato di aver visto quei messaggi, tramite un collega che li aveva stampati. "C’erano brutte parole sul sindacato – ha riferito la teste – poi sotto nei commenti Capannelli ha scritto che la Frogioni non faceva nulla al lavoro. Se ne discusse anche nel sindacato di questo".

La testimone ha sottolineato anche come il contenuto del post principale fatto dall’imputato era indirizzato anche all’ex presidente Nursind Giuseppino Conti "insinuando che la figlia era stata assunta perché sua figlia". Accuse tutte respinte dall’imputato, difeso dall’avvocato Michele Di Ruggiero, che conta di dimostrare la sua innocenza nel corso del processo. Prossima udienza il 28 novembre.