Addio a Gian Franco Berti Fondò il centro Calamandrei

L’ex consigliere comunale e divulgatore aveva 87 anni compiuti da 6 giorni. Da tempo lottava contro una malattia che non gli ha lasciato scampo

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"Un grande animatore culturale, divulgatore animato da grande passione civica". Sono solo alcune delle parole utilizzate per ricordare Gian Franco Berti deceduto martedì sera, a 87 anni compiuti da appena 6 giorni, nella sua casa di via delle Terme. Da tempo lottava contro una malattia che non gli ha lasciato scampo. Storico fondatore (nel 1987) del centro studi Calamandrei di cui sono stati presidenti onorari Alessandro Galante Garrone e Carlo Azeglio Ciampi, Berti che è stato anche primo presidente della Fondazione Pergolesi Spontini. Mente vivace, era animato da grande affetto e impegno per la sua città. Persona libera e schietta, ex consigliere comunale del partito repubblicano (Pri, quando era sindaco Aroldo Cascia) è stato ricordato ieri in consiglio comunale dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo che ha espresso il cordoglio dell’aula anche per la morte di Dario Pulita che era stato proprio con Berti consigliere comunale. "Persona molto nota, ha una grande storia personale, era un’anima viva" ha detto il primo cittadino. Nel 1987 ha fondato assieme ad Enrico Filonzi, Franco Carotti, Fabio Civerchia e Alberto Albanesi il centro studi intitolato al grande padre costituente. Ha organizzato numerosi eventi culturali in città e realizzato anche diverse pubblicazioni e spettacoli cercando sempre di coinvolgere le nuove generazioni. Il consigliere Francesco Gatti in aula ha ricordato "gli anni d’oro in cui Berti con il centro studi ha portato a Jesi ministri, politici ed economisti di primo piano e pubblicato i quaderni del Calamandrei, un’esperienza di microeditoria locale di grandissimo livello". Dopo la laurea in giurisprudenza lasciò Jesi per andare a lavorare come responsabile del personale in alcune aziende torinesi poi, tornando nella sua amata città era entrato come socio in "Nuovo foglio" di Pollenza, aveva fatto esperienze in Calabria ed era stato anche presidente di Assindustria il comitato degli industriali della Vallesina. "La sua presidenza tra il 2000 e il 2001– commentano dalla Fondazione Pergolesi Spontini - contribuì ad affermare il progetto della Fondazione per valorizzare l’opera di Pergolesi e Spontini, e a tessere intorno ad esso una rete importante di mecenati privati. Per lunghi anni la sua presenza ha continuato ad accompagnare la vita della Fondazione, specie nella sua visione di un Teatro che fosse fonte di dibattito, pensiero, crescita sociale". Lascia nel dolore i figli Cristiano e Michela e la moglie Maria Grazia. Domani alle 11 in Cattedrale l’ultimo saluto.

Sara Ferreri