Addio a Giuseppe Bono, ex ad di Fincantieri "Venti anni di dure battaglie coi sindacati"

Tiziano Beldomenico, dirigente della Fiom Marche e Ancona, ricorda i tanti momenti di tensione anche per il rischio chiusura del sito. Il presidente dell’Autorità portuale: "Figura illustre e innovativa". La sindaca Mancinelli: "Scelte importanti per il nostro cantiere"

Migration

di Pierfrancesco Curzi

Dalle modifiche strutturali e dalle lotte sindacali al ‘portafoglio’ commesse pieno nonostante la sindacalizzazione del sito passando per la crisi occupazione che stava per chiudere il cantiere: sono gli ultimi vent’anni di battaglie tra la Fiom e l’ex amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, scomparso ieri all’età di 78 anni. Al di là del pensiero commosso per chi non c’è più, i vertici del sindacato metalmeccanico di Ancona e delle Marche non dimenticano gli scontri e i disaccordi con il numero 1 di Fincantieri: "Non posso certo dire che il dottor Bono fosse così aperto al dialogo coi sindacati e con lui i confronti erano sempre molto accesi. Se la devo dire tutta, lui non ci sopportava e non ci poteva soffrire". È duro il ricordo di Tiziano Beldomenico, dirigente della Fiom Marche e Ancona, nel giorno della morte di Giuseppe Bono: "La sua parola era legge, era convinto delle sue idee e non tornava mai indietro – prosegue nel suo ricordo Beldomenico, ancora segretario regionale Fiom marche, ma ormai vicino al pensionamento, previsto per 1° dicembre – Ricordo un evento particolare perché legato al durissimo periodo in cui il sito di Ancona sembrava ormai prossimo alla chiusura. Durante un’informativa nazionale a Roma sullo stato dei cantieri del gruppo disse delle cose impresentabili e i delegati sindacali si ribellarono mostrando il loro dissenso. Invece di ragionare con noi lui si alzò e semplicemente se ne andò lasciando tutti a bocca aperta, compresi i suoi colleghi della Fincantieri presenti. Dispiace fare questo ricordo in una giornata simile, ma del resto episodi piacevoli o favorevoli nel rapporto di lavoro non ce ne sono. Se posso aggiungere, Giuseppe Bono oltre a non amare particolarmente i sindacati ce l’aveva a morte col cantiere di Ancona. Assieme a Marghera era quello più duro, quello dove si bloccava il lavoro se le cose non andavano e alla dirigenza questo non andava a genio".

A Giuseppe Bono, tuttavia, molti riconoscono non soltanto di aver salvato e risanato Fincantieri, ma anche di aver dato lavoro a migliaia di persone nei cantieri, compreso quello di Ancona: "Non lo nego, ma andiamo a vedere che tipo di lavoro ha garantito. Appalti e subappalti, precarietà, zero diritti. Dentro il nostro cantiere sono tutti operai delle ditte esterne, Fincantieri non assume un operaio diretto da oltre quindici anni. Questo non è lavoro".

Sulla scomparsa di Giuseppe Bono è arrivato il cordoglio della sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, e dell’amministrazione comunale: "Una figura significativa – ha detto il sindaco – dalla quale il Comune di Ancona ha trovato ascolto perché sul cantiere fossero fatte scelte importanti. Con lui Fincantieri ha deciso, e ora ha confermato, l’investimento di 80 milioni di euro per il raddoppio della capacità produttiva".

Poi il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo: "Con la scomparsa di Giuseppe Bono, perdiamo una figura illustre e innovativa, che ha contribuito a far crescere sia il Paese sia l’industria marittima e il sistema produttivo. Alla guida di Fincantieri ha sempre avuto una visione futuristica per lo sviluppo dell’impresa, con ricadute economiche e d’occupazione su tutto il cluster. Una visione e una prospettiva che hanno interessato, negli anni, anche il porto di Ancona, dove ha sede uno dei più importanti stabilimenti dell’azienda".