ANDREA MASSARO
Cronaca

Addio al magistrato Vincenzo Luzi. Fu procuratore capo ad Ancona. Ordinò lui l’arresto di Longarini

Aveva 81 anni. Originario di Camerino, arrivò nel capoluogo come sostituto da Bolzano e si occupò subito di una delle più grandi avventure giudiziarie di sempre, quella della tangentopoli marchigiana.

L’ex procuratore capo di Ancona, Vincenzo Luzi

L’ex procuratore capo di Ancona, Vincenzo Luzi

E’ stato protagonista degli anni più caldi della storia giudiziaria di Ancona. Vincenzo Luzi, magistrato, ex capo della Procura dorica, è morto ieri a 81 anni all’Inrca dov’era ricoverato da qualche tempo in seguito a una malattia che lo aveva molto debilitato. Lascia la moglie Raffaella Dubbini e tre figli, Luigi, Francesca e Alessandra. Originario di Camerino, dove aveva dovuto subire anche la tragedia del terremoto che nel 2016 gli aveva distrutto la casa in cui era cresciuto, Luzi arrivò ad Ancona come sostituto alla fine degli anni Ottanta, tra il 1987 e il 1988, dalla Procura di Bolzano.

Lui, la dottoressa Cristina Tedeschini, attuale procuratore dei minorenni per le Marche e un giovane sostituto procuratore Paolo Gubinelli, costituirono il pool che affrontò una delle inchieste più importanti della storia giudiziaria del capoluogo, ovvero la sezione marchigiana di Mani Pulite che da Milano si allargò a tutta Italia, provocando un terremoto politico e giudiziario. La commozione della dottoressa Tedeschini nel ricordare quei momenti, la dice lunga sul rapporto professionale e umano che c’era tra i magistrati. Luzi verrà ricordato anche come uno dei principali accusatori dell’imprenditore ed ex patron dell’Ancona Calcio, Edoardo Longarini. Proprio al Carlino, il magistrato rilasciò un ricordo di quei primi anni ’90, quando la Procura arrivò a scoperchiare il giro di truffe miliardarie e la corruzione su cui si reggevano le principali opere pubbliche dell’Anconetano, la madre della tangentopoli marchigiana.

Le opere più importanti, in termini di importi, erano quelle del Piano di ricostruzione affidato in concessione a Edoardo Longarini. L’inchiesta sfociò nell’arresto dell’imprenditore il 9 ottobre 1992, proprio quando Longarini era all’apice della sua notorietà e della fama. "L’Ancona, che apparteneva a Longarini, era stata appena promossa in serie A e nei mesi successivi mi arrivarono minacce anonime: mi si accusava di aver determinato la sfortuna in campionato della squadra cittadina" disse Luzi, ripercorrendo quei momenti.

Di lui i colleghi hanno ricordi bellissimi. La presidente del tribunale Edi Ragaglia: "Una persona eccezionale, piena di vita ed entusiasmo, è una grossa perdita anche come memoria storica per gli anni di Tangentopoli che ha seguito come pm. Un collega ma anche un amico. Quando ero giudice lui era la mia controparte. Abbiamo presentato un libro insieme a Camerano, due anni fa. Gli piaceva scrivere, in un libro ha ricostruito tutta la tangentopoli anconetana degli anni ‘90". Già, la scrittura. Era la grande passione di Vincenzo Luzi: è stato autore di due romanzi. Uno si chiama "La proprietà commutativa": parla di quando un carcere (riferendosi a un fatto veramente accaduto ad Ancona), appena costruito venne violato con un vecchio ferro arruginito, dando il "la" a un’inchiesta sulla costruzione dei muri e sul sistema fraudolento che si nascondeva dietro già prima di Tangentopoli. "A Luzi volevamo tutti bene – dice Marina Magistrelli, decana degli avvocati anconetani –. Era una gran brava persona, molto umana e disponibile. Una grave perdita". Ad Ancona Luzi è stato prima sostituto procuratore e poi procuratore capo prima lasciare l’incarico per fare il procuratore generale a Camerino. A 70 anni era andato in pensione, ma in città si vedeva spesso. Ancona l’ha amata. Era casa sua.