"Addio papà, sei stato un maestro di vita"

Falconara piange l’ex sindaco e professore Matteo Grifa, il figlio: "Amava insegnare e parlare con gli studenti". Oggi l’ultimo saluto

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di Giacomo Giampieri

La comunità saluterà per l’ultima volta stamattina il professore Matteo Grifa, ex sindaco di Falconara, scomparso domenica all’età di 77 anni. Ha lasciato un vuoto incolmabile nei parenti e nei concittadini, che lo stanno ricordando con messaggi carichi di affetto. Grifa, dirigente del Pci a livello locale, è stato un riferimento politico per gli amministratori di oggi. Dapprima come segretario provinciale ha avviato il suo impegno al servizio degli altri e del bene comune, poi da vicesindaco di Falcona. Quindi, a cavallo tra il 1992 e il ‘93 (per un anno e mezzo), è stato l’ultimo primo cittadino votato con l’elezione diretta. Ma la politica, nella sua vita, ha costituito una passione. Il suo mondo, invece, è stato quello della scuola (docente di lettere, storia e filosofia, prima ad Ancona, poi al Professionale di Chiaravalle), dove si è fatto apprezzare e stimare. "Papà era una persona semplice, buona e generosa – racconta al Carlino uno dei due figli, Andrea –. A chi gli diceva di essere un politico, lui rispondeva che lo faceva esclusivamente per passione e per gli altri. Tant’è che, anche da sindaco, continuava ad andare a lezione. Perché la sua professione era l’essere insegnante. In tutto. Sia per noi familiari, sia per i tanti giovani che ha cresciuto". Che, ieri, hanno visitato la casa funeraria per portare conforto ai suoi cari: "Quando è andato in pensione – continua Andrea – è stata dura. Avrebbe potuto fare il concorso per diventare preside, ma non voleva. Preferiva il contatto diretto con gli studenti, sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa. E, proprio per mantenersi vicino a quell’universo, era attivo sui social con i quali interagiva, dialogava e dispensava consigli". Amava il mondo dello sport. "Ci portava spesso a vedere la Castelfrettese e poi era tifosissimo del Milan. Ma seguiva anche la Kutiba, nel periodo d’oro della pallavolo", dice Andrea. La montagna il suo angolo di paradiso: "Quante escursioni, da piccoli, sulle cime svizzere e italiane, e sempre a contatto con la natura". Gli animali, "guai a chi glieli toccava, soprattutto i gatti. Era diventato perfino vegetariano". Negli ultimi anni aveva superato qualche problema di salute, che tuttavia avevano lasciato degli strascichi. Da ultimo anche il Covid: "Ma si era ripreso bene. Era lucido, sempre vivace. Certo, aveva delle difficoltà nel camminare. Ma quando poteva usciva con mamma, parlava con le persone e fino a sabato ci inviava messaggi". Poi, domenica, la situazione è precipitata: "È stato straziante, non ce l’aspettavamo. Ma ci lascia un ricordo esemplare. È stato un padre, un nonno incredibile. Ruvido all’apparenza, ma con un cuore d’oro e aperto agli altri". Oggi alle 10.30, nella chiesa di San Giuseppe, Falconara saluterà per l’ultima volta il professore, stringendosi accanto alla moglie Alberta, i figli Paolo e Andrea, i nipoti, le nuore, i fratelli Mario e Michelangelo ed i parenti tutti.