Aggiungi un guaio a tavola "Noi ristoratori siamo a terra"

Protesta al Passetto, apparecchiano a terra "Messi in ginocchio"

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di Marina Verdenelli

Quelli che ogni giorno si rimboccano le maniche. In ginocchio dopo l’ultimo dpcm firmato Conte, che impone ai pubblici esercizi la chiusura alla clientela alle 18 per un mese, baristi, cuochi, pasticceri, ristoratori, sommelier e perfino proprietari di discoteche ieri mattina si sono seduti ai piedi del monumento ai Caduti per il flash mob indetto dalla Fipe Confcommercio e far sentire nel silenzio il loro rumore. Il rumore di attività in crisi che rischiano di essere cancellate per colpa di un virus combattuto ad orari.

Vicino a loro tavole apparecchiate per terra, vuote, come a terra è l’umore di chi lavora in questi settori. Fino ad un’ora prima della manifestazione la location è stata tenuta segreta per evitare che alla rappresentazione si unissero frange estreme dando vita ad una protesta violenta come accaduto nei giorni scorsi in altre parti d’Italia. In 50, vestiti di nero, con in mano un cartello che riportava per ciascuno una parola diversa preceduta dal simbolo dell’hashtag, hanno preso posto lungo le scale del monumento, al Passetto, poco prima delle 11.30. Tra i cartelli stretti tra le dita le parole "tradizione", "esperienza", "made in Italy" e frasi come "vogliamo lavorare", "vogliamo fare impresa" e "protocolli di sicurezza". Ancona è stata scelta per il flash mob insieme ad altre 23 città dove è stata organizzata la stessa simbolica protesta. Il suono del silenzio dettato da un trombettiere ha segnato il via della rappresentazione lasciando poi la parola al direttore della Confcommercio. "Siamo qui per dimostrare in maniera rispettosa e silenziosa – ha detto Massimiliano Polacco - cosa sta accadendo alle attività, colpite nel profondo e nella dignità". Poi ha sottolineato l’incognita dei mesi che verranno. "Che fine farà il Natale quest’anno? - ha aggiunto il direttore – Una festività importante questa per tutto il settore". Presente al flash mob anche il presidente Confcommercio Marche Centrali Giacomo Bramucci. Per la Fipe ha parlato il presidente Marche Moreno Cedroni, chef stellato che vive anche sulla sue attività di ristorazione la crisi del settore a causa delle restrizioni per il Covid-19.

"Siamo a terra fisicamente e moralmente – ha commentato – nei pubblici esercizi lavorano 14mila donne e 10mila uomini, pensate quante famiglie hanno bisogno di lavorare. Non è riconosciuto il nostro valore, siamo diventati il capro espiatorio ma non siamo noi il problema infatti nella nostra regione c’è stato solo un caso di un ristorante chiuso per Covid. Oggi siamo in 24 piazze, siamo a terra ma non ci arrendiamo, lo diciamo anche per i colleghi che hanno dovuto chiudere. Anche per loro vogliamo rialzarci, vogliamo e possiamo essere parte della soluzione. Gli indennizzi che lo Stato ci vuole dare sono un atto dovuto ma non compensano, noi vogliamo lavorare ma chiudere alle 18 è una mazzata al servizio serale. Stando ai dati Confcommercio nelle Marche le imprese interessate dalla crisi per queste nuove restrizioni sono 8mila, quasi 40mila persone tra imprenditori e dipendenti a rischio e già è stato perso il 30% dei consumi delle famiglie. Il flash mob, presidiato da polizia e carabinieri, è terminato con l’inno di Mameli suonato sempre da un trombettiere.