Alessandro Cecilioni morto, Senigallia piange un lottatore

Addio all'uomo che aveva chiesto aiuto per potersi curare in Germania

Alessandro Cecilioni

Alessandro Cecilioni

Senigallia (Ancona), 21 marzo 2019 - Se n'è andato Alessandro Cecilioni. Eppure, fino all’ultimo aveva detto: «È finita quando è finita, non si deve mai mollare». Ci avevano creduto i familiari del 54enne senigalliese che, otto anni fa, era stato colpito da un tumore cerebrale. A dargli una speranza, una cura sperimentale in Germania che Alessandro aveva iniziato un mese fa ed a cui sembrava reagire. La figlia Rosy aveva avviato una raccolta fondi anche sulla piattaforma Gofundme, la stessa in cui Lollo raccolse migliaia di consensi, per cercare di salvare suo papà servivano 170 mila euro.

A mettersi in moto, anche Alfredo, il fratello del 54enne che da 19 anni vive a Quarrata (Pistoia), e da lì aveva lanciato un appello per sostenere la raccolta fondi. Per stare vicino al padre Rosy, aveva rinunciato ad un futuro in Inghilterra dove si era trasferita da qualche tempo, ma insieme al suo compagno è tornata a Senigallia per stare vicino a suo padre. Le foto del 54enne in un letto di ospedale, visibilmente provato dalle cure, avevano commosso il web che si era movimentato per cercare di rimediare i soldi per sostenere le spese dei trattamenti sperimentali.

«Non si è mollato mai perché è finita solo quando è finita, non prima, perché la vita è tanto preziosa e non si può, non si deve mollare, mai. Oggi il dolore è tanto, pur essendo preparati ad ogni evenienza, ma Alessandro ci insegna che proprio lui ha fatto il possibile, vivendo intensamente questo difficile momento della sua vita – spiegano i familiari –. Si è mossa la macchina della solidarietà e sono state tante le persone da ogni parte d’Italia che hanno dato il loro contributo per sostenerlo, anche concretamente. Tra loro anche tutti quei ragazzi giovanissimi, che per lui hanno organizzato ‘Un Concerto per la Vita’, mossi da valori che è difficile trovare in persone così giovani. Tant’è che il Comune di Senigallia li ha sostenuti nella loro iniziativa».

Una cura sperimentale affrontata con poco più di 7 mila euro in banca: «Se fosse stato necessario, avrei venduto casa – spiega la figlia Rosy. – Abbiamo fatto il possibile per reperire un po’ di denaro per partire, abbiamo messo tutti i nostri risparmi, abbiamo sperato fino all’ultimo che papà potesse farcela ma purtroppo non è andata così. Sono senza parole». Il cuore di Alessandro ha smesso di battere per sempre alle 3,30 di mercoledì notte, in una camera dell’ospedale di Senigallia dove si trovava ricoverato dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute. Accanto a lui Rosy, Lorenzo e Fausta che ieri sono stati invasi dall’affetto di tante persone, le stesse che insieme a loro si erano mobilitate per dare una speranza di vita ad Alessandro.

Il 26 marzo era in programma «Un Concerto per la Vita»: si terrà come programmato al Teatro «La Fenice» di Senigallia, perché «questo era quello che voleva Alessandro. I ragazzi canteranno, suoneranno e balleranno in sua memoria – concludono i familiari - Il ricavato sarà devoluto in parte, per affrontare le tante spese sostenute per le cure dalla famiglia Cecilioni, mentre il resto sarà devoluto alla ricerca».