ALESSANDRO DI MARCO
Cronaca

Alfredo Canavari morto sul Monte Bianco. "Tradito dall’amore per la neve"

Era di Cerreto dove vive ancora la mamma

Alfredo Canavari, 49 anni, è morto insieme a un altro appassionato sul Monte Bianco

Ancona, 22 maggio 2021 - Travolto da una valanga staccatasi dalla parete della sponda francese del Monte Bianco proprio mentre stava tentando una delle sue ardite performance. Il 49enne di Cerreto d’Esi Alfredo Canavari è stato ritrovato privo di vita assieme all’amico 32enne Alessandro Letey dalla gendarmeria francese di alta montagna di Chamonix.

Inizialmente l’allarme era scattato perché i due conosciuti freerider venivano dati per dispersi, proprio nella giornata in cui avevano deciso di sostenere una discesa fuori pista nel canale che porta al Colle della ‘Aguille verte’. Il tremendo destino ha voluto che proprio durante l’escursione dei due sciatori si staccasse dalle pareti della montagna una gigantesca slavina andando completamente a travolgerli.

Gli investigatori hanno così iniziato le ricerche conclusesi nel tardo pomeriggio di giovedì con il rinvenimento dei due corpi sommersi dalla valanga. Comprensibilmente lunga la procedura di identificazione, fino a quando si è riusciti a risalire ai due abituali frequentatori della montagna estrema, già protagonisti in passato di discese mozzafiato e imprese sportive di alto livello. Tra queste le evoluzioni alla Grivola e alla Becca di Nona, ovvero due delle zone in cui in pochissimi si sono avventurati.

La notizia è rimbalzata anche nella terra d’origine del 49enne cerretese che ha gettato nello sconforto chi conosceva l’uomo e ne aveva apprezzato le qualità umane e professionali. Grande anche il dolore dei colleghi del poliziotto che era il servizio al traforo del Gran San Bernardo e che da ormai oltre vent’anni aveva deciso di vivere in Valle d’Aosta.  "Siamo sconvolti, quando lo abbiamo saputo é stato un tremendo fulmine a ciel sereno". Claudio Canavari, zio paterno di Alfredo, fatica a trattenere l’emozione in queste ore concitate in cui si sta cercando di capire quando la salma potrà tornare in Italia per effettuare, probabilmente nella seconda metà della prossima settimana, il rito funebre a Cerreto d’Esi con successiva tumulazione nel cimitero del paese.

E’ sotto choc la piccola comunità di meno di 4 mila anime, dove Alfredo tornava un paio di volte l’anno per abbracciare la mamma 78enne Damiana che vive da sola secondo piano della palazzina in cui l’altro appartamento è occupato dalla famiglia dello zio paterno. "Con la madre si era sentito per l’ultima volta al telefono il giorno prima di quella tremenda tragedia", rammenta Claudio, ricordando quanto il nipote fosse ancora legato alla sua terra d’origine.

Figlio unico di mamma Damiana e papà Enrico, deceduto qualche anno fa e molto conosciuto in paese per i suoi trascorsi di professore di matematica, Alfredo aveva iniziato il percorso scolastico nella sua Cerreto d’Esi, prima di frequentare l’istituto per geometri a Camerino. Poi l’ingresso in polizia e il trasferimento in Valle D’Aosta dove viveva insieme alla moglie e la figlia, attualmente impegnata nel percorso universitario.

"Ma amava molto tornare a Cerreto d’Esi", sottolineano parenti e amici di vecchia data. "Aveva già calendarizzato - evidenzia lo zio Claudio - un altro viaggio da noi nel periodo estivo. Ogni volta che tornava per un soggiorno, in media un paio di volte l’anno, dava sfogo alle sue grandi passioni. Spesso si concedeva uscite in mountain bike tra i sentieri del territorio da lui fortemente apprezzati per il grande amore per la natura, mentre nel periodo invernale approfittava possibilità di sciare zona di Ussita e Frontignano".

Un uomo semplice, spesso sorridente, il cui cuore continuava a battere per la terra natia, dove non dimenticava di rapportarsi con gli amici di vecchia data. "Era davvero esperto sulla neve: mai avremmo pensato ad un epilogo così tremendo", il cordoglio dei familiari, che sono in costante contatto con lo zio materno, partito nelle scorse ore da Cerreto d’Esi per raggiungere il luogo della fatalità e cercare di sbrigare i molteplici adempimenti burocratici. Una serie di passaggi non semplici che ovviamente richiederanno tempo per consentire prossima settimana l’arrivo del feretro a Cerreto d’Esi, dove la comunità locale si ritroverà per il commosso ultimo saluto. Tra i messaggi di vicinanza anche quelli dei tanti amanti della montagna che condividevano con Alfredo il richiamo per le discese verticali.

"Sin da piccolo - aveva scritto sui social l’uomo parlando di se stesso - ho sempre avuto una smisurata passione per la vita all’aria aperta e per le attività a contatto con la natura. Surf, snowboard, mountain bike, arrampicata e pesca a mosca scandiscono il passaggio delle mie stagioni. Adoro il lato esplorativo delle attività sportive. Pratico snowboard dalla fine degli anni Ottanta, scegliendo di vivere a contatto con le mie amate montagne".