Alluvione, otto anni ancora senza colpevoli

Anniversario di una delle pagine più buie per la città che fu sommersa dall’acqua: quattro le vittime

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Alluvione, dopo otto anni si andrà a processo solo per inondazione colposa.

Erano le 12,30 del 4 maggio 2014 quando l’acqua ha invaso la zona sud della città mettendola in ginocchio: l’esondazione del fiume Misa causò quattro morti e circa 180 milioni di euro di danni.

Ieri molti i cittadini che hanno postato foto di una Senigallia annegata, accompagnate dall’hashtag ‘per non dimenticare’. La corrente alimentata da forti piogge riversò in strada, nelle cantine e nelle abitazioni, nelle scuole e negli uffici milioni e milioni di metri cubi di acqua e fango, portando con sé detriti, auto, bidoni, rifiuti e carcasse di animali.

Una strage che continuò nei giorni successivi quando le strade vennero invase da mobili, beni, ricordi infangati. Dopo l’alluvione si è formato un coordinamento di comitati nella speranza di ottenere un risarcimento per i danni causati dall’inondazione.

Causa prescrizione sono cadute molte accuse e la gup del tribunale de L’Aquila, Guendalina Buccella, ha prosciolto i due ex sindaci Luana Angeloni e Maurizio Mangialardi (attualmente capogruppo Pd in Regione) e altri sei imputati dalla maggior parte delle accuse che erano, a vario titolo, per i reati di omicidio colposo, lesioni, omissione di atti di ufficio e falso.

Per l’unico capo di imputazione riconosciuto il processo si aprirà il prossimo 9 giugno al tribunale abruzzese. Quella di oggi sarà una giornata dal sapore amaro per coloro che, a distanza di otto anni sono ancora alle prese con il pagamento di finanziamenti aperti per rendere agibili le abitazioni dove, in alcuni casi, l’acqua ha superato il metro di altezza. Ma una buona notizia arriva dalle vasche di espansione: lo scorso 21 aprile è stato firmato il verbale di consegna dei lavori che partiranno in zona Bettolelle.