Ancona e altri 19 Comuni diventano arancioni "Provincia a rischio, ora servono sacrifici"

Il governatore Acquaroli firmerà l’ordinanza per nuove restrizioni che entra in vigore dalla mezzanotte di oggi fino alla stessa ora di sabato

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Una zona arancione a macchia di leopardo. E’ quella che scatterà da stanotte alle 24 fino a sabato a mezzanotte per venti Comuni su 47 della nostra provincia. La diffusione del virus è troppo elevata e così la Regione, dopo l’incontro di ieri con l’Anci e i sindaci, oggi firmerà l’ordinanza che prevederà una serie di nuove restrizioni. Ad essere coinvolti le grandi città come Ancona, Osimo, Falconara, Senigallia e Jesi che ha anticipato tutti. Poi Filottrano, Staffolo, Serra de’ Conti, Polverigi, Cupramontana, Camerata Picena, Monte San Vito, Maiolati Spontini, Chiaravalle e Ostra. In queste zone i dati mostrano un aumento dei casi di contagio. Per altri cinque (Castelplanio, Castelfidardo, Sirolo, Loreto e Sassoferrato), nonostante un lieve calo i parametri sono comunque ancora molto alti. Da qui le ulteriori restrizioni.

La zona arancione si porta dietro, ovviamente, le consuete limitazioni. Vietato uscire dal proprio Comune se non per motivi di lavoro, salute o necessità; sono consentite, solo nel territorio comunale, le visite ad amici e parenti, una sola volta al giorno, e con il limite massimo di due persone (esclusi i minori di 14 anni); chi vive in un Comune fino a 5mila abitanti può spostarsi liberamente, tra le 5 e le 22, entro i 30 chilometri dal confine del proprio Comune senza poter raggiungere il capoluogo. Per i bar e ristoranti le specifiche arriveranno solo oggi, ma se verranno confermati i soliti divieti potranno effettuare solo l’asporto o il servizio a domicilio chiudendo alle ore 18. Gli altri Comuni restano in zona gialla e resta in vigore la limitazione per gli spostamenti da e per la provincia di Ancona.

Capitolo scuole. Nella riunione i Comuni hanno chiesto alla Regione di emanare linee guida che possano essere uguali per tutti prima di arrivare allo stop delle lezioni. "La situazione negli ultimi due giorni – dice il governatiore Acquaroli – ci offre uno scenario difficile per la provincia di Ancona che ha reso opportuno nuovi provvedimenti che si aggiugnono a quello già in vigore con il divieto di entrare o uscire dai confini provinciali. Chiediamo ai cittadini uno sforzo ulteriore. Fino a giovedì il Servizio Salute ci aveva rassicurato rispetto alla diffusione del virus perchè i dati mostravano una certa frenata. Invece sabato e domenica ci siamo trovati davanti a numeri complessi mentre normalmente nel fine settimana la curva è sempre scesa".

Dalle preoccupazioni ai chiarimenti anche rispetto alle polemiche politiche e a un attenggiamento ritenuto troppo attendista da parte della Regione. "Voglio chiarire – spiega il governatore – che io non sono un virologo e quindi faccio riferimento ai tecnici per avere chiarimenti sulle possibili soluzioni da adottare. Il Servizo Salute ci aveva rassicurato sull’andamento dei contagi e anche in relazione all’occupazione dei posti letto e alle rianimazioni. In questi ultimi giorni però lo scenario è mutato. Quindi nessun attendismo, mi muovo sempre nell’interesse dei marchigiani e della loro salute e le scelte non sono mai orientate da interessi politici". Acquaroli porta quindi un esempio: "Per quanto riguarda la decisione del sindaco di Jesi, ci siamo confrontati e gli ho detto che se voleva l’ordinanza la potevamo fare noi come Regione. La decisione è arrivata dopo che Bacci aveva avuto dalle Usca, dai medici sul territorio, un quadro difficile con un tracciamento che era fuori controllo. Davanti a tutto questo ha deciso di chiudere interpellandoci. Ecco, questo è il messaggio che vorrei far passare. Oltre ai parametri generali, ci sono situazioni locali che semmai solo i sindaci conoscono e dal confronto si prendono le decisioni"

Alfredo Quarta