Ancona si arrende: la Capitale è Procida "Realizzeremo comunque i progetti culturali"

L’assessore Paolo Marasca: "Ora ci metteremo intorno a un tavolo per studiare come andare avanti con tutte le idee presentate"

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A un passo dal sogno. Ieri Ancona ha partecipato alla proclamazione della Capitale italiana della cultura 2022, bando cui il capoluogo marchigiano gareggiava tra le dieci città finaliste. La proclamazione si è svolta alla presenza del ministro Dario Franceschini, che ha nominato la capitale 2022, e della commissione di giurati scelti per valutare i progetti. Il presidente della giuria, il professor Stefano Baia Curioni, ha avuto parole di grande elogio per i progetti, definendoli di valore non solo nazionale ma anche internazionale e citando come esempi i progetti di Taranto, L’Aquila e Ancona. Il presidente ha poi indugiato sulle motivazioni, sottolineando lo spirito poetico della proposta scelta, e la sua aderenza al periodo difficile che stiamo vivendo.

La Capitale italiana della cultura per il 2022 è, dunque, l’isola di Procida. "Procida – commenta l’assessore comunale alla Cultura, Paolo Marasca – ha sviluppato un progetto molto bello e intenso, che ha mobilitato un’intera comunità ed è stato declinato in varie forme. Sotto molti aspetti, e questo mi pare confermato dalle parole del presidente della commissione, il loro progetto era il più vicino al nostro, e questo ci dice che ci siamo mossi sulla giusta strada. Poi, chiaramente, la scelta di un unicum come una realtà isolana, con tutto il suo portato immaginifico e di senso in un periodo come questo, esclude quasi automaticamente le altre candidate, ma questo non sarebbe stato possibile senza un progetto convincente come il loro. Siamo felici per loro. Noi ora abbiamo un mucchio di lavoro da fare, le idee e le realtà maturate all’interno del progetto di candidatura sono capaci di ridisegnare una bella parte di città, in senso culturale, e con un occhio particolare per i giovani. Il tempo di rimetterci da questa giornata, e siamo di nuovo in corsa, perché come diciamo sempre, ad Ancona la cultura è una cosa che si fa".

Alla luce della qualità dei progetti che, come sottolineato dal presidente della Commissione, di anno in anno risultano migliori e confermano il ruolo della cultura nello sviluppo dei centri urbani, il ministro ha commentato circa la necessità di stabilire, per il futuro, riconoscimenti per le finaliste, dal momento che il livello è così alto che risulta difficile privilegiarne una.

"Ci siamo candidati nel 2019 – prosegue Marasca –. Ci abbiamo messo la faccia perché sapevamo di essere sulla strada giusta, anche se con molto da fare ancora. In pochi mesi, ci siamo resi conto che Ancona ci credeva. Certo, a parte chi scettico sarà sempre, ma la maggior parte degli anconetani riteneva plausibile rendere Ancona capitale per tramite della cultura. Questo è stato il primo grande successo. Si può fare. Può accadere. E’ possibile".

E ora come procedere e cosa riserverà il futuro? L’assessore Marasca risponde pubblicamente con un post sul suo profilo Facebook: "Oggi e domani ci riposiamo e ritiriamo le fila, poi ecco cosa accade: ci mettiamo seduti e iniziamo a fare le cose che sono scritte nel progetto, non fingendo di aver vinto, ma sapendo di essere cambiati, di essere possibili. Non vi dico qui nulla delle meravigliose persone che hanno fatto tutta questa strada, lo farò con loro, e scelgo una fotografia del backstage, dove lavorano quei tecnici che rendono le cose reali. Ad Ancona è possibile".

Il sogno o la realtà sarà quella di poter mettere in piedi almeno una parte dei progetti contentuti nel dossier per far sara ancora un passo in avanti alla città sul fronte della cultura e renderla oltre che capoluogo anche Capitale della cultura delle Marche.