Andrea Marinelli, la vita dedicata alla città "Un libro per il mio Daniel, morto giovanissimo"

Presentato ieri mattina all’Akifix Padel Club di Castelferretti il volume autobiografico dell’imprenditore ed ex patron dell’Ancona

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di Andrea Massaro

Semplice e determinato. Passano gli anni, 57 per la precisione, compiuti proprio venerdì scorso, ma Andrea Marinelli resta sempre lo stesso. L’uomo che si è fatto da sé ritagliandosi un ruolo industriale di tutto rispetto (sua la Akifix, leader nella componentistica per cartongessi partita dalla Marche alla conquista del Trentino Alto Adige e di buona parte del Nord Italia). L’uomo che ha fatto dello sport una ragione di vita, capace di trasformare il suo giocattolo (il Piano San Lazzaro) nientemente che nell’Ancona che diventò protagonista di una storica promozione in C partendo dall’Eccellenza e soprattutto del ritorno sulle maglie biancorosse del simbolo del cavaliere armato. Andrea Marinelli, l’uomo che ha messo la famiglia al centro di tutto: gli vengono gli occhi lucidi quando ripensa al figlio Daniel, giovane promessa del calcio, morto a 18 anni appena in un incidente stradale il 20 dicembre del 2015 a Pesaro dopo una serata con gli amici.

A Daniel, Andrea Marinelli ha dedicato il suo libro autobiografico, scritto grazie alla sapiente mano del collega Donato Andreucci. Ieri mattina la nuova creatura di Andrea Marinelli è stata presentata nel moderno e accogliente centro Akifix Padel che l’imprenditore anconetano ha aperto da mesi nella zona industriale e artigianale di Castelferretti. Nessuna cerimonia in pompa magna. Un torneo di padel prima a cui hanno partecipato sportivi e giornalisti, con lo stesso Marinelli a sudare sul terreno azzurro. Una presentazione, coordinata da Mauro Anconetani, in cui Marinelli ha preso la parola per ultimo. Umile, come è sempre stato, ma estramamente efficace nel risultato. "Ho voluto scrivere questo libro – ha detto – perchè molti anconetani non mi hanno mai dimenticato. Mi fermano e chiedono di me. Ecco, adesso da questo libro potranno sapere tutto". Nelle 304 pagine, suddivise in 52 capitoli, è racchiusa la vita di Andrea Marinelli. Raccontata anche attraverso le foto del nostro Daniele Cimino, prematuramente scomparso e del collega Moreno Boria, amico e professionista del clic che ad Ancona tutti conoscono. Il progetto grafico di Nicolò Andreani e i disegni di Angelo Serfilippi, condiscono un volume facile da leggere, leggero ma allo stesso tempo molto intenso. Specie quando Andrea racconta la tragedia che lui e la sua famiglia hanno dovuto affrontare con la morte improvvisa e choccante del figlio Daniel. "Mi piace ricordare soprattutto un fatto di lui – dice con un groppo in gola – è stato l’unico insieme a Bertarelli (Mauro, protagonista della prima, storica promozione dell’Ancona in serie A e poi giocatore della Sampdoria) a segnare direttamente da calcio d’angolo". Un amore smisurato per Daniel, un campione in erba che aveva tutte le carte in regola per sfondare nel mondo del calcio e per la sua famiglia. Un filo rosso lungo quindici anni attraverso gioie sportive, successi imprenditoriali, amicizie vere nel lavoro e fuori dal rettangolo di gioco, calciatori che dal Piano San Lazzaro sono arrivati a cavalcare trionfalmente i campi fino a raggiungere la serie C.

"Io ho lasciato bene l’Ancona (il successivo azionariato popolare la distrusse, ndr). In questo libro ci sono ricordi belli e meno belli, perchè la vita è fatta così. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto". Ma Andrea Marinelli rifarebbe una scelta sportiva così affascinante? Tenterebbe una nuova avventura? Sorride. "Sì, solo per vincere".

Uno come lui per Ancona continua a rappresentare un patrimonio. Ha lasciato da vincente, si ripresenta da vincente. L’appeal è dimostrato da quanta gente si è presentata ieri mattina all’Akifix Padel club per la presentazione di un libro il cui ricavato verrà interamente devoluto alle Patronesse del materno-infantile Salesi di Ancona.

"Inutile dire – ha detto Milena Fiore, rappresentante della Patronesse – quanto sia importante un libro come questo. Vorrei ricordare il lavoro che ci contraddistingue da 123 anni. Vedere uscire sulle proprie gambe cinque bambini provenienti da Camerun e Costa d’Avorio grazie a un progetto eccezionale, operati dal professor Pozzi, ci rende pieni di gioia e di orgoglio". Gli applausi si sprecano. Così come le richieste di autografare il libro da parte del pubblico. "Io l’ho solo colorato – dice Andreucci – lo spazio è tutto per i ricordi umani, personali e calcistici di una grande persona come è Andrea Marinelli".