MARINA VERDENELLI
Cronaca

"Andreea, fu istigazione al suicidio"

Il pm chiede 7 anni per Simone Gresti, l’ex fidanzato della ragazza sparita e trovata morta in un casolare

Andreea Rabciuc, sparita e trovata morta e l’ex fidanzato Simone Gresti

Andreea Rabciuc, sparita e trovata morta e l’ex fidanzato Simone Gresti

Sette anni di condanna per la morte di Andreea Rabciuc e per i presunti maltrattamenti che la 27enne di origine romena avrebbe subito nel corso della relazione. Li ha chiesti ieri la pm Irene Bilotta per Simone Gresti, 46 anni, autotrasportatore di Moie, ritenuto dalla Procura l’unico responsabile delle fine della giovane, ex campionessa di tiro a segno, a cui stato legato sentimentalmente. Andreea sparì dalle campagne di Montecarotto il 12 marzo del 2022, dopo una serata alcolica trascorsa in una roulotte con Simone e un’altra coppia. Fu ritrovata morta il 20 gennaio del 2023, in un casolare abbandonato, ad un chilometro di distanza da dove era scomparsa e dove si sarebbe tolta la vita lasciando anche un messaggio scritto su una tavola di legno. Faceva riferimento alla serata trascorsa in roulotte, dove c’erano stati dei litigi con Simone per via anche del suo cellulare, dove si messaggiava con qualcuno. All’alba, invece di tornare a casa con Gresti se ne era andata via a piedi, senza il cellulare. "Se lui non mi avesse tolto il cellulare avrei chiamato mamma", ha lasciato scritto la 27enne sulla tavola poi sequestrata dai carabinieri. Una frase su cui punta la pubblica accusa per avvalorare il reato contestato a Gresti, l’istigazione al suicidio di Andreea. In un diario e dalle testimonianze della mamma della giovane emergerebbero anche i maltrattamenti nei suoi confronti. Ai due reati contestati nei confronti della 27enne ce n’è anche un terzo, quello di spaccio di droga, una accusa emersa durante le indagini sulla scomparsa della fidanzata e relativo ad alcune cessioni di droga emerse successivamente alla morte di Andreea e dopo un accertamento dei carabinieri. Ieri Simone ha reso l’esame davanti al gup Alberto Pallucchini, dove è a processo con il rito abbreviato, chiesto da lui stesso. All’udienza è arrivata anche la madre di Andreea, Georgeta Cruceanu, parte civile con l’avvocato Rino Bartera. Una mamma distrutta che entrando in aula si è lasciata andare in un commento di sfogo: "Ecco il mostro che ha ucciso mia figlia". Dopo l’esame reso dall’imputato l’udienza è terminata con la discussione della pm e il rinvio al 18 novembre. Gli avvocati Gianni Marasca ed Emanuele Giuliani, difensori di Gresti, hanno osservato come il loro assistito ieri "ha risposto su tutto, in maniera chiara, precisa e circostanziata". "Simone è innocente – hanno ribadito – nega ogni circostanza e ha dato delle sue spiegazioni. L’accusa ha insistito molto sulla scritta e sul cellulare, sul perché se lo sia tenuto. Lo aveva lui perché lo avevano concordato, Andreea è andata via stizzita, arrabbiata e non da persona sottomessa". Sulla sua morte ci sono altri aspetti da chiarire, come il perché nel controllo fatto subito dopo la scomparsa, da un vigile del fuoco e da un volontario della protezione civile, nel casolare dove è stata trovata morta quasi due anni dopo, non è stato rinvenuto subito il corpo della giovane.