
Luca Casagrande racconta il fenomeno che sta causando una raffica di danni
Il sottobosco di abusivismo nato durante il drammatico periodo del Covid e adesso a rischio di diventare la normalità. Una forma di concorrenza sleale che si alimenta, nonostante tutto, attraverso i social network. Parrucchieri, tatuatori ed estetiste si promuovono in rete senza rendersi conto neppure del rischio di essere individuati e sanzionati: "Ci sono addirittura inserzioni complete in cui si spiega tutto il necessario, dalla tipologia del lavoro alla logistica – racconta i dettagli di questo fenomeno preoccupante Luca Casagrande, responsabile settore benessere di Confartigianato Ancona – In effetti per alcuni casi potrebbe bastare poco per individuarli e denunciarli, ma non è così facile. Ci sono persone fisiche, note che non si preoccupano di annunciare a tutti via social di svolgere la professione in maniera illegale. Vanno avanti e sperano di farla franca, contando su un’impunità di cui ha goduto fino a oggi. Alcuni artigiani operano a domicilio e trovare una sponda ‘amica’ tra chi sceglie quella tipologia di servizio per risparmiare pochi euro è praticamente impossibile. La pandemia ha accentuato in maniera esponenziale un fenomeno che era latente e adesso dobbiamo porre un freno".
La rete, moltiplicatore di opportunità ma anche di rischi e storture incredibili come in questi casi. Poi finisce che molti clienti si ritrovano con le conseguenze di un lavoro mal fatto: "Segnalazioni di questo genere ne riceviamo tantissime e questo ha mosso la nostra attenzione – aggiunge Casagrande – Signore che hanno subìto scottature, abrasioni o traumi proprio a causa di un lavoro fatto in casa, senza alcuna sicurezza. Purtroppo capita tutti i giorni. Molte persone, in maggioranza donne, si vergognano di denunciare i danni provocati dagli abusivi e per motivi di privacy preferiscono tenersi il danno".