PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Annunci sui social sicuri di farla franca: "C’è chi ha subìto traumi e abrasioni"

Luca Casagrande racconta il fenomeno che sta causando una raffica di danni

Luca Casagrande racconta il fenomeno che sta causando una raffica di danni

Luca Casagrande racconta il fenomeno che sta causando una raffica di danni

Il sottobosco di abusivismo nato durante il drammatico periodo del Covid e adesso a rischio di diventare la normalità. Una forma di concorrenza sleale che si alimenta, nonostante tutto, attraverso i social network. Parrucchieri, tatuatori ed estetiste si promuovono in rete senza rendersi conto neppure del rischio di essere individuati e sanzionati: "Ci sono addirittura inserzioni complete in cui si spiega tutto il necessario, dalla tipologia del lavoro alla logistica – racconta i dettagli di questo fenomeno preoccupante Luca Casagrande, responsabile settore benessere di Confartigianato Ancona – In effetti per alcuni casi potrebbe bastare poco per individuarli e denunciarli, ma non è così facile. Ci sono persone fisiche, note che non si preoccupano di annunciare a tutti via social di svolgere la professione in maniera illegale. Vanno avanti e sperano di farla franca, contando su un’impunità di cui ha goduto fino a oggi. Alcuni artigiani operano a domicilio e trovare una sponda ‘amica’ tra chi sceglie quella tipologia di servizio per risparmiare pochi euro è praticamente impossibile. La pandemia ha accentuato in maniera esponenziale un fenomeno che era latente e adesso dobbiamo porre un freno".

La rete, moltiplicatore di opportunità ma anche di rischi e storture incredibili come in questi casi. Poi finisce che molti clienti si ritrovano con le conseguenze di un lavoro mal fatto: "Segnalazioni di questo genere ne riceviamo tantissime e questo ha mosso la nostra attenzione – aggiunge Casagrande – Signore che hanno subìto scottature, abrasioni o traumi proprio a causa di un lavoro fatto in casa, senza alcuna sicurezza. Purtroppo capita tutti i giorni. Molte persone, in maggioranza donne, si vergognano di denunciare i danni provocati dagli abusivi e per motivi di privacy preferiscono tenersi il danno".