"Arrivati 60 profughi, ma servono alloggi"

Guerra in Ucraina, in città tante mamme, nonne e bambini: partito l’inserimento nelle scuole. "Stiamo tamponando l’emergenza"

Migration

di Sara Ferreri

Sono una sessantina i profughi arrivati in città dall’Ucraina, soprattutto mamme, nonne e bambini alcuni dei quali, una decina, si stanno inserendo nelle scuole della città proprio in questi giorni. Tante le esigenze a cui stanno cercando di dare una risposta le istituzioni e una rete di associazioni. "Abbiamo attivato un protocollo chiaro e sinergico con tutti i Comuni dell‘Asp – spiega l’assessora alla sanità Marialuisa Quaglieri –. Siamo al servizio un po’ com’era avvenuto all’inizio della pandemia".

"Stiamo tamponando l’emergenza in attesa che si attivi la macchina istituzionale – aggiunge Marco D’Aurizio, direttore della Caritas di Jesi –. Ad oggi sono trenta le persone accolte in alloggi privati messi a disposizione gratuitamente. Altre venti persone sono in arrivo: il numero di telefono per dare disponibilità di alloggi, volontariato, segnalazioni di persone in difficoltà è 328-7125996. In alcuni casi ci sono nuclei familiari anche composti da 7-8 persone che non possiamo dividere, ma è difficile accogliere se non abbiamo spazi. Fino ad oggi sono 55 le persone che si sono rese disponibili ad ospitare, magari anche mettendo a disposizione una stanza della propria abitazione, ma c’è anche chi ha chiesto compensi. I nostri che sono stati ai confini dell’Ucraina hanno constatato come molti cercano una sistemazione vicino all’Ucraina, magari in Polonia o Romania, perché sperano di tornare".

In prima linea anche la Croce Rossa che sta raccogliendo farmaci, viveri e vestiario, la Uisp che mette a disposizione attività sportiva per tutte le età e il coordinamento delle associazioni di volontariato. "Stiamo tamponando le richieste – rimarca Jacqueline Bachynska, della Comunità ucraina delle Marche (Cum) – per dare tempo alla macchina istituzionale di attivarsi. Oltre all’accoglienza facciamo un lavoro di traduzione delle informazioni. Siamo attivi da otto anni in questo senso, perché la guerra là in realtà è iniziata allora".

"Siamo in grado di erogare contributi economici alle famiglie per circa 60-70 persone nei tre ambiti di nostra competenza – ha detto Barbara Paolinelli dell‘Asp 9 –. Stiamo cercando di fronteggiare le situazioni più critiche, i soggetti più fragili". "Per le vaccinazioni – rimarca Federica Scaccia per l’Asur – ci avvarremo dell’hub vaccinale San Francesco per questo mese di marzo, poi si tornerà al distretto di via Guerri", dove vengono ricevuti i profughi anche per le questioni relative ai tamponi e sanitarie, come ha evidenziato il direttore del distretto Corrado Ceci.