"Aspetto da dodici ore, voglio vedere mio marito"

Bagarre al Pronto soccorso, i familiari di un malato in sala di attesa perdono la calma. Volano insulti al personale

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"Aspetto da dodici ore, voglio vedere mio marito". Bagarre venerdì sera poco dopo le 21 al Pronto soccorso di Senigallia dove un’anziana ha chiesto di vedere il proprio marito affetto da Alzheimer. La donna, dopo un’attesa di quasi 12 ore, si è avvicinata allo sportello del Triage per chiedere informazioni riguardo all’attesa e all’impossibilità di vedere il coniuge malato di Alzheimer; il personale, educatamente ha spiegato le motivazioni dicendo che esiste un protocollo e che gli accompagnatori non possono entrare. La sala d’attesa del Pronto soccorso era piena quando il genero della donna ha dato in escandescenze minacciando l’addetto al triage di chiamare i carabinieri se non avesse fatto entrare la suocera: da lì sono iniziati insulti, grida fino a quando l’uomo è stato accompagnato all’uscita dalla moglie prima che la situazione potesse degenerare. In questi giorni post alluvione, il Pronto soccorso dell’ospedale è sempre pieno a causa di traumi dovuti anche alle cadute di persone che scivolano nel fango soprattutto durante le giornate di pioggia. Quelle di giovedì e venerdì sono state due giornate campali per infermieri e medici che entrambe le giornate hanno lavorato a testa bassa per cercare di sopperire alla carenza di colleghi. E la situazione non è certo destinata a migliorare. Il Comitato a Difesa dell’Ospedale di Senigallia intanto chiede di informare i cittadini sulle aziende Sanitarie Provinciali entro il 31 dicembre saranno nominate e prenderanno il via al posto delle 5 Aree Vaste che hanno fallito. "Senza alcun incontro ufficiale e senza informazioni siamo abituati purtroppo ad avere cattive sorprese (vedi l’Area Vasta2 come è ridotta e come è indebitata). Anche perché c’è una cosa che ancora deve essere completata, l’applicazione della delibera 3612017 con l’assegnazione delle Unità Operative Semplici Dipartimentali. Queste se nominate, come da determina e l’Ospedale di Senigallia ne ha diritto oltre a quelle già individuate di Radiologia e Laboratorio Analisi, darebbero una autonomia gestionale ed economica al Servizio. Vuol dire che sarebbero indipendenti dal Reparto e potrebbero programmare la loro attività sanitaria ambulatoriale e chirurgica – spiega il Comitato –; si potrebbero avere cosi sedute operatorie (in Otorino sono 2 al mese quando va bene) in numero sufficiente e i cittadini non avrebbero bisogno di andare fuori territorio incrementando così l’attività operatoria e i posti letto negli altri 2 Ospedali dell’Area Vasta2. Non ci sarebbero più lunghissime e vergognose liste d’attesa (anche oltre un anno) e i cittadini riacquisterebbero fiducia nelle istituzioni. E il Pronto soccorso che fine fa dopo che è stato appaltato alle cooperative ma a costi esorbitanti e tutti a carico delle nostre tasche?" Domande che attendono risposta.