
di Sara Ferreri
"Alla prima occasione utile, con atto di Giunta, sono state adeguate le indennità per il 2023 e il 2024 della sindaca e degli assessori con consistenti aumenti, per un costo che dal prossimo anno sarà di 250mila euro all’anno: una spesa che a fine mandato arriverà a 1,2 milioni". Va all’attacco Vinicio Arteconi e la sua Fabriano Progressista. "Non male – aggiungono – visto che il Pd se la prendeva con la vecchia Giunta Santarelli, accusando gli assessori di essersi ’fatti lo stipendio’ con le indennità: per coerenza, ci saremmo aspettati dai nuovi amministratori un gesto di generosità. Visto che almeno sei assessori hanno un reddito dichiarato medio-alto, rinunciando all’adeguamento almeno metà di questa cifra potrebbe essere risparmiata e usata per aiutare le famiglie in difficoltà". Famiglie a cui secondo l’opposizione di Fabriano Progressista, "la Giunta non sta dando risposte. La Giunta – aggiungono – ha lamentato un imminente (e mai avvenuto) collasso delle finanze, che è stato la scusa per un primo bilancio senza alcuna visione della città, dalla riorganizzazione urbanistica del territorio e del centro urbano, alle politiche rivolte in particolare ai giovani e agli anziani. E, come sempre anche questa Giunta, ha proceduto ad aumenti consistenti di Imu e Tarsu e dei servizi a domanda individuale: mense, trasporti, impianti sportivi... e anche per i parcheggi. Le nostre società sportive, che fanno attività a favore dei giovanissimi e adolescenti e che svolgono anch’esse una funzione sociale di primaria importanza – aggiungono –, sono perennemente penalizzate. Fanno molta fatica a portare avanti le rispettive attività, specie a far quadrare i propri conti, a causa degli elevati costi degli impianti". E ancora: "Sulla progressiva esternalizzazione dei servizi a favore di Jesi servizi srl, questa maggioranza mostra la sua reale vocazione conservatrice e liberista. Loro confidano nel mercato, considerano che una srl, che se anche di proprietà pubblica deve per legge perseguire profitto, sia più capace di gestire i servizi di quanto possa fare l’ente pubblico. Pensano che sia giusto fare affari con i beni comuni, perfino dei diritti fondamentali dei cittadini. Perché mense scolastiche e trasporti sono gli strumenti che devono abbattere le differenze fra cittadini e rendere effettivo il diritto allo studio e la piena partecipazione di tutte e tutti alla vita della città. Loro credono nel profitto, noi nella comunità. Noi – concludono – siamo stati eletti perché sia l’ente pubblico a presidiare i diritti dei cittadini, delle bambine e dei bambini non il mercato, né tanto meno il profitto".