MARINA VERDENELLI
Cronaca

L’autopsia sul corpo di Klajdi Bitri: La fiocina ha colpito cuore e polmone, così è morto

Il tridente partito dal fucile subacqueo ha lesionato due organi vitali del 23enne: l’esame a Torrette è durato circa quattro ore

Ancona, 30 agosto 2023 – Klajdi Bitri è morto perché la fiocina che lo ha colpito al petto gli ha lesionato due organi vitali, il cuore e un polmone. E’ quanto trapela dai primi esiti della autopsia che si è tenuta ieri sul corpo del 23enne albanese morto domenica scorso a Sirolo, in via Cilea. L’esame autoptico è durato quattro ore. Alle 13.30 il medico legale Loredana Buscemi ha preso l’incarico in procura, come disposto dal pubblico ministero Marco Pucilli, e a seguire ha iniziato subito l’accertamento all’ospedale di Torrette.

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Da una prima valutazione quindi la vittima è morta per le lesioni interne causate dal colpo della fiocina, uno soltanto sembrerebbe. Ne è seguita una emorragia interna che non ha lasciato scampo al giovane. Una fiocina a tridente quella che lo ha trafitto, con tre punte finali, la stessa che è stata trovata ancora nel sacchetto tenuto dall’indiziato del delitto, l’algerino 27enne Fatah Melloul finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. La vittima aveva al petto tre ferite, compatibili con la fattezza del forcone.

La fiocina è stata scoccata o no?

Dalla loro profondità si capirà se la fiocina sia stata scoccata o se è vero, come avrebbe confidato Melloul dalla cella, che non è stato sparato nessun colpo perché il fucile da pesca non era carico.

La difesa dell’algerino, rappresentata dall’avvocato Davide Mengarelli, ha nominato il medico legale Mauro Pesaresi come consulente di parte che ha partecipato all’autopsia.

Sul fronte indagini l’algerino, che viveva e lavorava a Jesi, rimane l’unico indagato nella vicenda. Nessuna accusa, fino a ieri, è stata mossa nei confronti della fidanzata che domenica era in auto con lui. Dalle prime testimonianze raccolte dai carabinieri della Compagnia di Osimo e dal Nucleo Investigativo, nessuno avrebbe visto il momento in cui la fiocina ha colpito il 23enne.

La dinamica dei fatti

Le prime persone a essere state sentite a sommarie informazioni sono state il fratello della vittima, l’amico che era in auto con loro e la coppia, moglie e marito anconetani, che viaggiavano dell’auto davanti a quella guidata dall’algerino. Sul litigio avvenuto per questioni stradali emergono altri dettagli. La Up bianca dei due coniugi, guidava la donna, si è fermata all’incrocio con via la Fonte perché ha trovato la strada chiusa per via dell’isola pedonale. Dalle testimonianze emergerebbe che in quel frangente l’algerino si sia attaccato al clacson. Il marito della donna al volante della Up ha fatto un gesto e avrebbe detto "stai calmo, aspetta".

A quel punto l’algerino avrebbe risposto "basta che ti muovi". L’uomo a bordo della Up sarebbe quindi sceso per dire al 27enne "hai qualche problema?". L’algerino è sceso anche lui dal veicolo e i due si sono attaccati.

Klajdi, il fratello 18enne e il loro amico sono scesi dalla Mercedes per aiutare l’uomo della Up che conoscevano e con il quale dovevano andare a fare un aperitivo. Visti arrivare i tre ragazzi l’algerino è tornato in auto a prendere il fucile da pesca e la fiocina incorporata "solo per difesa" a s uo dire. Lungo la strada si è formata una fila di veicoli, c’era anche una corriera.

I carabinieri stanno continuando a sentire altri testimoni. Intanto dai canali social albanesi anche il padre di Bitri fa sentire la sua voce, dall’Albania, invoca giustizia per suo figlio. "E’ un disastro, non auguro a nessuno questo che stiamo passando – si sfoga Agim Bitri – chiedo giustizia per mio figlio, mia moglie ancora non lo sa, l’abbiamo portata in ospedale, le ho detto che è grave. L’autore deve essere punito".