Aveva protestato per le cure, addio a Valentina

Ostra, Ricciotti è morta a 44 anni e alcuni mesi fa aveva scritto una lettera per i problemi legati alle cure oncologiche all’ospedale di Senigallia

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Si è spenta a soli 44 anni Valentina Ricciotti. La donna, di Ostra, che da mesi lottava contro un male gravissimo, alla fine non ce l’ha fatta. Il suo cuore ha cessato di battere sabato scorso. Aveva suscitato commozione la lettera aperta che Valentina aveva scritto proprio pochi mesi fa, ad ottobre, già provata dalle pesanti e durissime terapie oncologiche cui veniva sottoposta nella speranza di un miracolo che purtroppo non c’è stato. Nella sua lettera Valentina chiedeva dignità nel difficilissimo e dolorosissimo percorso legato alla malattia e alle cure. La sue lettera risuona ora come una sorta di testamento, le sue ultime parole prima dell’aggravarsi inesorabile della malattia che ha spezzato la sua giovane vita. "Sono una paziente oncologica al 4° stadio, ho sviluppato anche una malattia autoimmune progressiva, cammino con le stampelle perché ho metastasi ossee, porto la benda all’occhio perché soffro di diplopia. La malattia autoimmune mi sta bloccando i movimenti della parte destra del corpo per cui non riesco più a scrivere e a mangiare usando la mano destra. Sono una donna invalida di 43 anni, che non riesce più a vestirsi, a lavarsi e a vivere senza aiuto - scriveva Valentina - da 3 anni sono in carico all’Oncologia di Senigallia e da giugno 2021 ho iniziato a curare la sclerodermia presso il reparto di medicina di Senigallia, anche se avrei dovuto iniziare le cure mesi prima, cosa che non è stata fattibile a causa Covid. Sono quella paziente che sta attaccata per 6 ore, 3 giorni al mese, tutti i mesi, alla pompa delle infusioni, quasi sempre su un lettinobarella di fortuna, piazzato per me nella stanzaufficioday hospital, dove contemporaneamente spesso altri pazienti fanno flebo, trasfusioni e visite varie. Sono quella paziente che chiama in reparto per sapere quando potrà venire, senza capire per quale motivo non sia possibile calendarizzare in anticipo, senza capire perché non c’è mai un letto per me".

Nella sua lettera aperta Valentina sollevava con forza il problema delle difficoltà cui i pazienti gravi, come quelli oncologici, si trovano a doversi confrontare. Problemi amministrativi, burocratici ma anche quotidiani. Valentina denunciava le difficoltà di trovare un letto disponibile in anticipo in modo da calendarizzare le terapie. Valentina chiedeva "di poter continuare a curarsi a Senigallia", senza "suscitare pietismo, perché nonostante gli acciacchi sono forte ed ho voglia di vivere, non voglio favoritismi, ma chiedo di esercitare il mio diritto alla salute costituzionalmente garantito, che una burocrazia folle mi impedisce" scriveva.

Ora Valentina ha smesso di soffrire. Le esequie sono state celebrate ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Maria Apparve dove a dare l’ultimo saluto a Valentina si sono ritrovati tanti parenti, amici e conoscenti, distrutti per la prematura perdita. Valentina lascia la mamma Vilma, il fratello Massimiliano con Silvana, le nipoti Caterina ed Elena, e il compagno Mauro.