Baby bullo Ancona, la mamma chiede scusa. Il giudice non concede la messa alla prova

L’aggressore di piazza Roma perdonato da Patrizia Guerra: la donna ha chiesto di poter entrare anche nei "City Angels"

Patrizia Guerra, la mamma del ragazzo picchiato due volte dai bulli

Patrizia Guerra, la mamma del ragazzo picchiato due volte dai bulli

Ancona, 11 maggio 2022 - Ha chiesto perdono per il figlio rapinatore e adesso è intenzionata ad entrare nel gruppo dei City Angels. "Patrizia, voglio aiutare anche io". L’aggressione ai bagni pubblici di piazza Roma, avvenuta il 24 settembre scorso, porta a qualcosa di buono. Ieri pomeriggio, al tribunale dei Minori, si sono incontrate le due mamme. Da una parte Patrizia Guerra, la mamma coraggio che dopo aver denunciato le aggressioni subite dal figlio oggi 17enne si è data da fare per portare anche ad Ancona "gli angeli della città" per combattere degrado e delinquenza. Dall’altra la mamma di uno degli aggressori del figlio di Patrizia, il 16enne che lo rapinò ai bagni di piazza Roma dopo avergli sferrato un calcio allo stomaco.

In tribunale era fissata l’udienza per il 16enne, accusato di rapina e lesioni, e tutte e due le mamme hanno voluto essere presenti. Tra loro c’è stato un abbraccio, un gesto di buon esempio per come anche da situazioni difficile può nascere qualcosa di buono. "L’emozione è stata tanta – ha poi commentato Guerra – capisco quella mamma e come si può sentire. Ha voluto chiedermi perdono per il figlio, ma io quel ragazzo l’ho già perdonato. So che mi ha anche scritto una lettera che però gli educatori non gli hanno permesso di farmi avere, allora è stata messa agli atti e io andrò a leggermela al più presto. I suoi occhi già parlavano per lui in udienza dove è arrivato con le manette ai polsi e con quattro agenti al seguito. Sono mamma anche io, non è stata una bella scena". Le due donne si sono parlate, "perdona mio figlio" ha detto la tunisina a Patrizia. Poi hanno stretto un contatto e Guerra si è detta disponibile a far entrare la mamma del 16enne in associazione. "Non voglio vendetta – ha precisato Guerra – abbiamo denunciato i fatti per far sì che i bulli sappiano che se sbagliano poi si paga e arrivano le punizioni. Un segno ci deve essere ma ci devono essere anche le strutture dove questi ragazzi possano intraprendere un percorso di recupero". Un riferimento fatto non a caso da Patrizia perché nell’udienza di ieri la difesa del 16enne, rappresentata dall’avvocato Aldo Rino Sichetti, aveva chiesto la messa alla prova per il proprio assistito per il quale la Procura aveva chiesto il giudizio immediato. Un percorso alternativo per evitare al ragazzo, in età così giovane, di affrontare un processo. Il giudice Laura Seveso però non ha concesso la map perché non c’era un progetto congruo e proporzionato alla gravità dei fatti di cui il 16enne è accusato. Al ragazzo, che avrebbe altri procedimenti in corso, manca una struttura disposta a prenderlo, una comunità dove intraprendere il percorso rieducativo.

Nelle Marche non è stata trovata, adesso si cercherà fuori regione. Per questo lo stesso giudice ha concesso altre due settimane di tempo, rinviando l’udienza al prossimo 24 maggio, per elaborare un progetto di messa alla prova per una nuova valutazione di congruità. Il minorenne attualmente è detenuto all’ipm di Bari, l’istituto penitenziario minorile, e lì ieri è ritornato dopo l’udienza. I familiari del 17enne aggredito si sono affidati ad un legale, l’avvocato Raffaele Napolitano, che li sta seguendo nel procedimento. L’accusato era stato arrestato dai carabinieri l’11 febbraio scorso, dopo una indagine durata cinque mesi e fatta anche di un video dove il 16enne è stato ripreso dalle telecamere di pubblica sicurezza mentre colpiva il figlio di Patrizia appena uscito dalla toilette.