
JESI
"Noi quando ci siamo insediati, 11 anni fa, abbiamo trovato una mancanza di risorse, loro si trovano con il ‘problema’ di gestire quelle ereditate. E quasi 4,5 milioni di oneri di urbanizzazione da Amazon, anche se non lo dicono, li abbiamo sudati noi". Così l’ex sindaco Massimo Bacci dopo le dichiarazioni dei nuovi amministratori sull’"eredità" ricevuta sul fronte investimenti. Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e l’assessora Valeria Melappioni negli ultimi giorni hanno puntato il dito contro la giunta Bacci. "Amazon ha versato a Jesi 4 milioni 375mila euro per l’operazione nella zona dell’Interporto ma andranno a copertura degli investimenti di un piano di opere pubbliche le cui stime abbiamo trovato in condizioni di approssimazione imbarazzanti" ha dichiarato Fiordelmondo denunciando la mancanza di 2 milioni di euro sui 7 necessari per la ristrutturazione della casa di riposo Vittorio Emanuele II. "Sul Cascamificio, nell’ambito del Pinqua, è stata effettuata una valutazione molto approssimativa e l’amministrazione ora si vede costretta a una battaglia di risorse economiche e temporali" ha aggiunto Melappioni. "L’operazione – spiega Bacci in merito al Cascamificio – è stata effettuata dalla Fondazione Pergolesi Spontini che necessitava di una struttura per l’attrezzatura e le scene. Stava utilizzando una sede che costava 50mila euro all’anno di affitto. È stata fatta una scelta di natura pratica per evitare di dare ancora fondi pubblici a privati. La struttura è stata acquistata all’asta a 750mila euro sul prezzo inziale 1 milione e 250mila euro. La struttura permetteva di avere anche un laboratorio per le scene teatrali. I professionisti della zona hanno chiesto ai Comuni di individuare immobili in disuso per il Pinqua che non necessita di un progetto neppure preliminare. Abbiamo cercato fondi pubblici e li abbiamo trovati. C’è da dire che tra il 2021 e il 2023 i prezzi delle materie prime e non solo sono lievitati. Se non sono in grado di portare avanti quei progetti e sfruttare quei fondi che lo dicano. Si può anche rinunciare. A me pare che quando devono mettere mano a progetti il cui iter non è stato completato da chi li ha preceduti, vanno in evidente difficoltà e non trovano di meglio che scaricare sugli altri loro evidenti incapacità. Sulla casa di riposo c’era un progetto esecutivo e i costi delle materie prime sono quasi raddoppiati. Spero davvero che non si rinunci alla riqualificazione e ai 20 posti di Rsa come si è scelto di non completare la riqualificazione di piazza Federico II". Bacci definisce poi "titanica" l’impresa di riqualificazione entro il 2026 del complesso San Martino (con i fondi del Pnrr): "Lo avevamo valutato anche noi ma incontrava la contrarietà dei familiari di Daniela Cesarini ed era difficilmente realizzabile". Sara Ferreri