"Bacci doveva consultare subito Jesi sulla fontana"

Roberto Morosetti, figlio di Cassio, parla dell’eredità del padre: "Non si sarebbe mai aspettato generasse così tante polemiche: era un ricordo da ragazzo"

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"Sono combattuto e disorientato. Il cuore mi porta dalla parte di mio padre. L’onestà intellettuale mi spinge dalla parte della città che sta mostrando forte dissenso". A parlare è Roberto, l’unico figlio di Cassio Morosetti il grande umorista jesino scomparso 9 mesi fa che ha lasciato 2 milioni per riportate la fontana dei leoni in piazza della Repubblica dov’era fino al 1949

Roberto Morosetti, ha deciso di dire la sua, perché?

"Ho letto tante inesattezze su di lui e, purtroppo, anche offese. Non ho alcun potere sul testamento ma ritengo che mio padre non abbia tenuto conto del fatto che una città è un organismo vivente, pulsante, che appartiene ai cittadini che la abitano. Non voleva certo fare un dispetto o imporre un obbligo. Forse non ha compreso fino in fondo che i suoi ricordi di ragazzo non erano e non sono una giustificazione sufficiente. Troppe volte gli hanno dato del "fascista". Ma dal dopoguerra in poi ha sempre votato a sinistra. Ultimamente votava Pd, proprio il partito che più si sta spendendo per ostacolarne le ultime volontà".

Perché si dice disorientato?

"Né mio padre né io ci aspettavamo un tale dissenso da parte della cittadinanza. L’intenzione di mio padre era quella di fare un regalo alla città. Non c’è stato alcun ricatto".

Però ha imposto un vincolo temporale molto stretto che impedisce la consultazione popolare..

"Quella fu un’idea del notaio perché spesso se non vi è una scadenza le faccende si instradano presto verso l’eternità, come sta succedendo col lascito di Daniela Cesarini. Il sindaco anziché partire con l’apologia di Cassio Morosetti, risultata anche antipatica, avrebbe dovuto subito chiedere alla città se fosse d’accordo o meno. Si sarebbe guadagnato tempo e invece la giunta ha deciso da sola consultando solo esperti che le hanno dato ragione. E non è stato lasciato il tempo per una consultazione per la quale ora non ci sono più i tempi. E’ mancata una vera opera informativa rivolta alla città. Ho seguito anche il Consiglio che ha deciso l’accettazione del lascito: ho visto un’opposizione compatta e con diversi argomenti e una maggioranza più silenziosa e poco compatta".

Con lo spostamento si tolgono anche 2 milioni alla beneficienza..

"Il testamento lascia diversi altri milioni alla beneficienza, la stessa che faceva in vita. Perché mio padre non ha mai dimenticato la miseria che ha vissuto dopo la perdita prematura del padre. Nonostante la sua ricchezza ha avuto come auto più ‘lussuosa’ una Fiat 127 e non esitava ad aiutare chiunque sapeva avesse bisogno".

Sara Ferreri