Bambina investita a Trecastelli, auto accerchiata e fermata dai testimoni

La rabbia del paese subito dopo lo schianto: "Pensavano solo a farla franca"

L'auto che ha travolto la famiglia

L'auto che ha travolto la famiglia

Ancona, 27 giugno 2020 - Sono stati accerchiati dai testimoni i quattro pakistani, ospiti del centro di accoglienza di Trecastelli, che si trovavano nella Peugeot 307 che ha urtato il passeggino della piccola di 2 anni: "Quando sono scesi, mentre il papà della bimba si disperava, loro si guardavano attorno cercando una via di fuga – spiega uno dei testimoni – li abbiamo accerchiati in attesa dell’arrivo della polizia. Ma li avevamo visti in faccia, sarebbero dovuti sparire, altrimenti li avremmo comunque riconosciuti". Sono state le persone sul posto ad indicare chi si trovava alla guida dell’auto al momento dell’urto, ad accertarlo, i rilievi degli uomini della polizia stradale intervenuta subito dopo l’accaduto.

"Hanno avuto il coraggio di negare, come se l’auto andasse da sola – prosegue – tutto mentre una bimba di due anni veniva trasferita in ospedale in gravi condizioni. Speriamo che nessuno faccia sconti. Certe cose non devono accadere". Un Comune tranquillo quello di Trecastelli dove da qualche anno la famiglia coinvolta nell’incidente aveva deciso di trasferirsi: "Una famiglia tranquilla – spiega un vicino di casa – persone che non frequentano locali, che vanno al lavoro e come ieri, si concedono una passeggiata ed un gelato con i figli. Gente che non infastidisce nessuno, che in caso di bisogno è pronta ad aiutare".

Ieri sulla strada sono accorsi tutti a consolare il papà e a distrarre l’altro figlio, che ha visto la sorellina sbalzare dal passeggino: "Non si sono fermati nemmeno di fronte ad una tragedia, perché nessuno in quel momento sapeva le condizioni della bimba – prosegue un testimone – loro l’unica cosa a cui pensavano era di farla franca. Assurdo". Non sono ben visti da tutti gli ospiti del centro di accoglienza, anche in passato, alcuni hanno avuto qualche problema di ordine pubblico: "Nulla di grave, ma non possiamo dire che si tratta di persone tranquille o che si siano integrate, perché non è così – prosegue un testimone – loro continuano a fare la loro vita, noi la nostra, ma dopo questo episodio sarà tutto diverso. Almeno si sarebbero potuti preoccupare della salute della piccola, invece l’unica cosa che sono riusciti a fare è pensare a loro stessi e cercare di scappare". La notizia dell’accaduto si è subito diffusa, informati anche i clienti del circolo che si trova a poca distanza e il parroco che attraverso conoscenti si è subito sincerato sulle condizioni di salute della piccola ferita.