Banca Marche, protestano i truffati. "Il fondo da 1,5 miliardi non basta"

E le associazioni contestano anche le modalità fissate per i rimborsi

LL’incontro svoltosi a Jesi, con i presidenti delle associazioni rappresentate dall’Unc, «Azionisti privati di Banca Marche» e «Dipendiamo Banca Marche», presiedute da Filonzi e Forlani

LL’incontro svoltosi a Jesi, con i presidenti delle associazioni rappresentate dall’Unc, «Azionisti privati di Banca Marche» e «Dipendiamo Banca Marche», presiedute da Filonzi e Forlani

Ancona, 25 ottobre 2018 - Le bocciature al Def varato dal Governo si susseguono. Dopo Bruxelles, esperti di ogni genere, società di controllo e via dicendo, adesso anche i risparmiatori ‘truffati’ della ex Banca Marche dicono no a questo Documento di economia e finanza. I 3mila piccoli azionisti detentori di titoli azzerati dal crac dell’istituto di credito, puntano il dito sul Fondo di ristoro di 1,5 miliardi di euro prospettato in manovra che «non copre l’ammontare delle perdite subite da tutti gli azionisti a cui il provvedimento è destinato, le quattro banche risolute (Marche, Chieti, Ferrara e Etruria) e le due venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca)».

La lista dei debitori di Banca Marche

La posizione è stata ribadita in un incontro a Jesi promosso dall’avvocato Corrado Canafoglia, coordinatore dell’Unione nazionale consumatori, con i presidenti delle associazioni rappresentate dall’Unc, «Azionisti privati di Banca Marche» e «Dipendiamo Banca Marche», presiedute rispettivamente da Enrico Filonzi e Sandro Forlani.

Le associazioni, in sostanza, contestano anche le modalità fissate per i rimborsi senza distinzione tra «autentici piccoli risparmiatori e titolari di azioni quali le fondazioni bancarie, banche, fondi, e persone indagate nei processi dei crac bancari come gli ex amministratori».

LEGGI ANCHE "Rischio prescrizione"

Il coordinatore Unc Marche e i presidenti delle associazioni hanno chiesto un incontro ‘urgente’ ai sottosegretari di Stato al Mef: «A oggi – hanno sottolineato – i risparmiatori di Banca Marche non sono stati convocati dal Ministero, non siamo figli di un dio minore». Sulle «criticità» del Fondo Ristoro i truffati chiedono correttivi. Dicono no all’ordine cronologico di arrivo delle domande per liquidarle, «una modalità che penalizza migliaia di risparmiatori marchigiani con difficoltà di accesso ai documenti visto che la banca non esiste più»; no anche all’arbitro per le Controversie Finanziarie in seno alla Consob quale soggetto deputato a decidere sulle istanze: «penalizzante – secondo gli azionisti – far decidere un organismo già pronunciatosi per il rimborso alle sole azioni acquistate con l’aumento di capitale del 2012. Un meccanismo – concludono – che non esiste invece per le banche venete».

BANCA MARCHE_10791290_100115

E intanto va avanti il fronte giudiziario. Il 13 novembre infatti si arriverà alle prime condanne o assoluzioni per il default di quasi un miliardo di euro che ha portato al fallimento dell’istituto di credito marchigiano. Per quella data infatti è stata fissata l’udienza davanti al gup Carlo Cimini che dovrà decidere su due fronti. Il primo sul giudizio abbreviato chiesto dai 3 ex sindaci revisori (l’organo di controllo) e per i quali il pool di pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli hanno chiesto una condanna a 7 anni e 6 mesi ciascuno (oltre alla confisca di una cifra pari al danno arrecato agli azionisti con l’aumento di capitale del 2012, cifra che dovrà essere quantificata). Il secondo sul rinvio a giudizio o meno di 13 indagati e per i quali potrebbe aprirsi il processo. Due facce della stessa medaglia dove le accuse, per tutti, a vario titolo, vanno dalla bancarotta fraudolenta al falso in bilancio fino all’ostacolo della vigilanza.