Bancarotta Aerdorica, in 14 rischiano il processo

Nell’inchiesta in cui viene contestato anche il peculato, gli indagati erano 29. Chiesto il giudizio tra gli altri per Morriale, Belluzzi, Sagripanti, Costanzi e Talarico

Marco Morriale, direttore generale della società Aerdorica dal 2007 al 2013

Marco Morriale, direttore generale della società Aerdorica dal 2007 al 2013

Ancona, 9 ottobre 2022 - I colpi di scena in quella che un tempo si chiamava Aerdorica (ora Ancona Internationl Airport) non finiscono mai. Oltre alle voci, mai placate, sulla scarità di voli, sulla mancanza di progettualità e sui dubbi sull’effettivo valore di uno scalo che dovrebbe attrarre interessi imprenditoriali e che invece continua a fare maledettamente fatica, procedono imperterrite le inchieste giudiziarie sulle precednti gestioni. L’ultimo sviluppo riguiarda un’inchiesta che un anno e mezzo fa portò il pm Paolo Gubinelli a firmare l’avviso di chiusura indagini per 29 persone, tra dirigenti, cda e presidenti della vecchia società di gestione dell’aeroporto di Falconara, accusati di peculato e bancarotta fraudolenta.

Tra i nomi c’erano quelli di Marco Morriale, il manager romano direttore generale della società Aerdorica dal 2007 al 2013 e quello di Giovanni Belluzzi, originario della provincia di Modena, presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato di Aerdorica dal 2013 al 2015. Per 14 di loro la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, chiedendo e ottenendo invece l’archiviazione per tutti gli altri 15, compresa la pesarese Federica Massei.

Lei era finita indagata per la duplice posizione di consigliere di amministrazione da dicembre 2015 a giugno 2016 e amministratore unico di Aerdorica dal 5 luglio 2016 al 29 aprile 2019, ma ora è uscita dal procedimento. Una figura importante la sua, per aver traghettato Aerdorica al salvataggio dal fallimento e alla vendita delle quote di maggioranza (prima in mano alla Regione) ai nuovi e attuali proprietari, il fondo anglo-svedese Njord Partners (estraneo all’inchiesta). Sotto la lente del pm era finito l’operato della società Aerdorica dal 2005 al 2019, il periodo antecedente al concordato.

Venerdì c’è stata l’udienza preliminare che si è aperta davanti al giudice Carlo Masini. Le difese degli imputati hanno presentato delle eccezioni, alcune subito respinte, per altre c’è ancora la riserva: riguardano le difese di Morriale, con l’avvocato Giovanni Galeota, e Morettini, con l’avvocato Michele Carluccio perché hanno ritenuto che i loro assistiti hanno già subito un processo per gli stessi reati (hanno eccepito il ne bis in idem, letteralmente non due volte per la stessa cosa). Il giudice deciderà a fine udienza. L’avvocato Riccardo Leonardi, che tutela l’indagata Cristiana Mazzacchera, responsabile area amministrazione e finanza di Aerdorica, ha fatto anche presente che non si trova ad oggi il fascicolo per le posizione ormai archiviate (le 15 uscite dal procedimento), ritenuto importante da visionare perché alcuni reati delle posizioni non stralciate erano in concorso.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 21 ottobre per iniziare le discussioni. Rischiano di finire a processo, oltre a Belluzzi e Morriale, Mario Conti, Cleto Sagripanti, Ugo Calzoni, Cristiana Mazzacchera, Dalmazio Zolesi, Paolo Costanzi, Pietro Talarico, Roberto Codognotto, Patrizia Galluppi, Ezio Morettini e Pietro Angelo Collia. La richiesta di rinvio a giudizio la Procura l’aveva formulata anche per Giampaolo Giampaoli, l’industriale dei dolci, finito nell’inchiesta perché era consigliere del cda di Aerdorica dal 2006 al 2013, ma poi uscito dal procedimento per sopraggiunta morte (è deceduto il 9 dicembre dello scorso anno).

Nel filone d’inchiesta la Procura contesta anomalie nella gestione degli appalti, falsificazione nei bilanci, alterazione della documentazione fiscale. Insomma Aerdorica sarebbe stata una macchina che spendeva più delle sue possibilità sapendo di poter contare su fondi regionali per mantenere in esercizio la struttura. Il tutto "allo scopo di conseguire vantaggi personali in termini patrimoniali e professionali con le conseguenti ricadute in termini economici, occupazionali e turistici". L’indagine è relativa alle fasi precedenti al concordato, dove la società aveva accumulato debiti per oltre 40 milioni di euro.