Bataclan, choc lungo 1711 giorni

I due senigalliesi scampati alla strage parti civili nel maxi processo a Parigi

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di Silvia Santarelli

Ci sono anche Laura Appolloni e Massimiliano Natalucci nei 1800 tra familiari delle vittime, feriti e sopravvissuti alla strage del Bataclan. Sono trascorsi mille 711 giorni dalla quella maledetta notte in cui i due amici si erano incontrati a Parigi per assistere al concerto degli Eagles of Death Metal al Bataclan, il locale di Parigi dove il 13 novembre 2015, dalle 21,40 alle 21,48 i terroristi hanno fatto irruzione e hanno iniziato a sparare. Laura, 52enne tatuatrice, fu colpita da un proiettile alla spalla destra e fu operata subito dopo a Parigi. Per lei oltre la paura, una lunga degenza e riabilitazione a Senigallia. Per i genitori e gli amici, momenti di terrore prima di riuscire a contattarla. Poi la chiamata e il sollievo. Secondo alcuni testimoni, tra cui il senigalliese, i terroristi chiesero ai presenti di negoziare con la polizia. Poi venti minuti di spari prima che le teste di cuoio riuscissero a liberare il locale. E dagli spari il rumore passò alle sirene dei tanti soccorritori accorsi. Massimiliano riuscì a salvarsi fingendosi morto: dopo aver strisciato è rimasto immobile tra alcune vittime fino a quando i terroristi non hanno lasciato il locale, poi si è rialzato ed è corso in aiuto dell’amica a cui è rimasto vicino per tutto il tempo. A tranquillizzare i familiari e i due senigalliesi, anche il console italiano a Parigi accorso subito sul posto. I due amici hanno voluto voltare pagina e ieri, nella giornata in cui si è aperto il maxi processo, Laura era regolarmente al lavoro nel suo studio: "Non mi va di parlarne – ha spiegato – io e Massimiliano ci siamo costituiti entrambi parte civile e siamo assistiti da un avvocato di Parigi". Un esperienza di cui entrambi portano ancora i segni: "Massimiliano preferisce non parlare di quei fatti drammatici, la sua pratica la ha un avvocato francese" - queste le parole di Massimo Natalucci, papà di Massimiliano. Anche lui ha trascorso momenti di paura nell’attesa della chiamata del figlio e come il figlio cerca di gettarsi quelle ore terribili alle spalle. Ieri sono state circa 550 le persone che hanno preso posto in una sala specialmente adibita nello storico Palazzo di Giustizia sull’Ile-de-la Cité.

Ma i due senigalliesi non c’erano, hanno voluto archiviare per poter continuare serenamente la vita di tutti i giorni: Laura nel suo studio di via Bolzano e Massimiliano all’estero, dove ormai vive da più di vent’anni. Natalucci scampò anche la strage dell’Heysel, ma l’esperienza del Bataclan fu più scioccante, lui stessò raccontò che non potrà mai dimenticarsi le armi puntate contro la gente e il rumore degli spari. E poi vedere le persone strusciare a terra ed essere finite con un colpo. Quella sera furono 130 morti, più i sette terroristi, e oltre 350 feriti tra lo Stade de France, i locali del centro di Parigi e il Bataclan. Un processo che passerà alla storia e che servirà alle famigliari delle vittime, ai superstiti di capire cosa è successo. A cercare un perché è anche la mamma di Valeria Solesin, la ricercatrice venete uccisa all’interno del locale. Per Laura e Massimiliano la vita continua, con le passioni di sempre, anche quella della musica live: prima dello stop dovuto alla pandemia, Laura aveva voluto regalare una serata di musica ad un gruppo di giovani terremotati, portandoli a Senigallia per assistere al concerto live al Mamamia di Anastasio, vincitore dell’edizione 2019 di XFactor di cui il gruppo è fan.