Beko con i possibili esuberi in vista e cartiere con il tentativo di cessione dell’area Marche del gruppo Fedrigoni: crescono le preoccupazioni tra i lavoratori. Ieri è andato in scena, con una buona adesione, lo sciopero di due ore per ogni turno nello stabilimento di Melano ex Whirlpool e nella sede impiegatizia, dopo la notizia annunciata nei giorni scorsi della chiusura di due stabilimenti in Polonia con inevitabili ricadute anche sul territorio marchigiano. Uno sciopero unitario che nel pomeriggio aveva registrato un’adesione all’90% e ha avuto un buon riscontro: "In assenza di risposte proseguiremo con la mobilitazione " dicono Fim, Fiom e Uilm. "Ancora nessuna convocazione – sottolinea per la Fiom Pierpaolo Pullini - è arrivata dal Governo che si era impegnato alla ripresa del confronto con Beko entro settembre, così come alla convocazione di un tavolo di settore, indispensabile in una fase in cui la contrazione generale dei volumi rischia di determinare una crisi fatale all’intero comparto degli elettrodomestici. Noi non siamo disponibili ad aspettare supinamente un disastro annunciato e per questa ragione abbiamo proclamato per la giornata di oggi (ieri, ndr) due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo".
La sindaca Daniela Ghergo ha chiesto un tavolo alla Regione e un intervento del Ministero, tenendo al contempo aperta un’interlocuzione coi sindacati. Anche sulle cartiere (i sindacati che sono andati in questi giorni in pressing spiegando di aver chiesto da tempo un confronto alla giunta) il primo cittadino assicura la massima attenzione: "Stiamo individuando la data, domani (oggi, ndr) partirà la convocazione dei sindacati che incontreremo assieme ai vertici dell’azienda". "Fedrigoni – evidenziano dall’Ugl - starebbe valutando la dismissione delle attività dove la differenza è data dal prezzo e non dalla qualità della carta, per esempio i fogli per le fotocopiatrici. Si tratta di un settore che dalla pandemia ad oggi ha dato tanti risultati positivi, con marginalità minori ad altri settori ma non in perdita, un’attività che andrebbe mantenuta e sviluppata nell’ interesse dei lavoratori e della nostra comunità in una logica non della semplice speculazione. Attualmente Fedrigoni sarebbe intenzionata con la dismissione a mandare a casa 200 lavoratori solo perché il loro guadagno è minore delle loro aspettative". Sara Ferreri