
Sberna, direttore relazioni esterne guarda all’incontro del 14 marzo. Confermato lo sciopero per il 13.
La missione industriale di tutti gli altri stabilimenti italiani, tra cui ovviamente quello di Fabriano, e gli strumenti per scongiurare i licenziamenti, sono state le condizioni poste dai sindacati Fim, Fiom, Uilm, Uglm, al termine del nuovo incontro del tavolo vertenza Beko Europe tenutosi nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy giovedì. Una riunione tecnica incentrata sugli esuberi degli enti di staff e di ricerca e che ha portato all’indizione dello sciopero per lunedì da mezzogiorno alle 13 davanti allo stabilimento.
"Anche l’incontro di giovedì è stato molto approfondito e costruttivo, con grande spirito di collaborazione emerso da tutte le parti al tavolo – ha commentato Maurizio David Sberna, direttore Relazioni Esterne di Beko Europe –. Al prossimo incontro, in programma il 14, ci auguriamo possiamo ulteriormente procedere verso una conclusione condivisa della vertenza".
Gli esuberi dichiarati da Beko sono stati ridotti da 678 a 600 in tutto: "Si resta però evidentemente a un livello assai elevato che chiediamo di rivedere alla luce anche di alcune decine di assunzioni che la multinazionale ha programmato nella divisione R&S del lavaggio in Turchia". Non si è entrati nello specifico della suddivisione territoriale: "Se le percentuali date nello scorso incontro, vale a dire con il 43 per cento degli esuberi localizzato nel fabrianese, questa discesa odierna, significherebbe 35-40 dipendenti in meno", evidenzia Pierpaolo Pullini, componente della segreteria della Fiom di Ancona.
Già alla riunione di lunedì scorso erano stati confermati 225 esuberi tra gli impiegati di Fabriano, in particolare nel settore della Ricerca e Sviluppo, e 68 operai di Melano. Per i sindacati, inoltre, oltre al numero degli esuberi complessivi, i punti da superare per arrivare a un accordo quadro sono anche gli strumenti per rendere socialmente sostenibili gli esuberi stessi.