
L’incontro di ieri a Roma al ministero
La vertenza della multinazionale degli elettrodomestici Beko ha fatto scintille ieri al tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, all’ennesima riunione convocata per raggiungere l’accordo quadro.
Sarà difficile che per Fabriano si riesca a ridurre ulteriormente il numero degli esuberi. L’obiettivo delle organizzazioni sindacali è sempre stato assicurare a tutti i lavoratori la possibilità di mantenere il proprio posto. A Melano ne resterebbero 64 di esuberi e nelle funzioni di staff e di ricerca 207 a Fabriano.
Nessun commento dalle parti però durante la riunione durata fino a ieri notte.
L’incontro al Mimit tra azienda, sindacati e istituzioni è stato un test importante dell’avanzamento dei giorni scorsi sui capitoli che hanno fatto rallentare il negoziato, anche dopo il forte contenimento degli esuberi rispetto al numero annunciato inizialmente di mille e 935.
Sul tavolo in primis la proprietà del sito di Siena (per cui oggi è previsto un question time in Parlamento) e poi il discorso degli incentivi e il loro innalzamento. L’azienda ha dimostrato apertura rispetto a quanto proposto dai sindacati di categoria che hanno chiesto che gli eventuali ammortizzatori sociali siano conservativi con meccanismi di rotazione e sicuramente tesi ad escludere i licenziamenti appunto.
L’hanno scritto nella bozza di testo passata poi all’azienda. E’ stato discusso tutto punto per punto, niente è passato sottotraccia, per raggiungere la stesura di un documento condiviso da sottoporre ai lavoratori. In pratica Fiom, Fim e Uilm hanno spiegato che c’è un generale impegno a usare strumenti conservativi, tali da escludere i licenziamenti.
La direzione di Beko ha formulato una nuova proposta tenendo conto almeno in parte dei rilievi sindacali, alzando gli importi e semplificando lo schema di calcolo, fino a un massimo per gli ultracinquantenni che non agganciano la pensione di 18 mensilità o 85mila euro.
L’azienda ha inoltre confermato l’attribuzione di un nuovo prodotto nell’altro sito, quello di Comunanza (dove gli esuberi sono 80), almeno entro tre mesi, come da richiesta sindacale. I sindacati avevano chiesto anche il coinvolgimento della Regione Marche ieri.
Per domani sarebbero state fissate le assemblee in azienda, durante le quali i lavoratori prenderanno visione di tutto, poi la consultazione sull’accordo tra i dipendenti stessi e probabilmente lunedì (e comunque prima di Pasqua) ci dovrebbe essere la firma definitiva sull’accordo da parte del Ministro. Una situazione ancora delicata.