Bimba uccisa nella culla dal padre, la mamma: "Ho lasciato il coltello sul tavolo, speravo si ammazzasse"

Lo strazio di Sara, moglie di Luca Giustini, alla vista della piccola dissanguata FOTO La tragedia di Collemarino

Luca Giustini con la sua famiglia

Luca Giustini con la sua famiglia

Ancona, 18 agosto 2014 - "IL COLTELLO l’ho lasciato sul tavolo in cucina, perchè speravo così si ammazzasse da solo". E’ la reazione disperata di Sara Bedini, 32 anni infermiera all’ospedale regionale di Torrette, stesso viso angelico delle piccole Alessia e Sofia.  Il suo uomo le aveva regalato la gioia più grande: due scriccioli biondi, dolci e vivaci. Appena un anno e mezzo fa il fiocco rosa della piccola Alessia. Ma ieri, in un raptus di pochi istanti, quel padre che sembrava attento e premuroso le ha spezzato per sempre la gioia più grande, massacrandola con un coltello in culla, apparentemente senza un motivo. 

Più violenta la reazione di suo padre Roberto allontanato dai carabinieri, prima che si facesse giustizia da solo. Aveva già cominciato ad avventarsi contro il padre delle sue adorate nipotine. Il dolore di Sara è lancinante. Tanto da insultare in quegli istanti chi ha dato la vita al padre dei suoi figli: «Hai fatto un mostro» avrebbe gridato la giovane infermiera contro la suocera, poco dopo aver scoperto la tragedia. Almeno stando ai racconti dei vicini scesi in strada ieri pomeriggio. Un dolore lancinante per la premurosa mamma e infermiera. Un dolore che però non la acceca neanche in quei minuti di inferno: il suo pensiero va subito infatti alla primogenita di appena quattro anni e mezzo.  Una tranquilla giornata al mare in famiglia a Palombina si è trasformata in un caos, fortunatamente ancora incomprensibile, per la piccola Sofia. Le nonne sotto casa gridano, tra malori e grida disperate: «Non ce la facciamo ad andare avanti. Cosa diciamo alla piccola Sofia?». Mamma Sara dopo essere stata ascoltata dagli inquirenti resta lucida, si fa abbracciare sotto casa e pensa già a come andare avanti. In quell’inferno, grida: «E ora chi lo dice a Sofia (la primogenita, ndr) chi glielo dice?». 

UN VISO ANGELICO, quello della giovane mamma macchiato per sempre dall’infanticidio. «Sara corri, vieni a casa ho fatto un casino». La frase che resterà per sempre impressa nella sua mente.  La corsa a casa dopo aver telefonato, a sua volta, ai genitori, che abitano a circa un chilometro di distanza. Una coppia felice nella descrizione di alcuni vicini, lui un uomo normale, forse un pò riservato e poco socievole. Erano da poco tornati dalle vacanze, sembravano felici e rilassati. Cinque anni di matrimonio, una relazione che proseguiva da tanti anni, dai tempi della scuola quando l’amore era sbocciato. Qualche lite negli ultimi periodi forse, ammette qualche conoscente. «Luca ultimamente sembrava piuttosto stressato e preoccupato» aggiungono altri. Lei una mamma molto premurosa. Una bella famiglia, unita». Eppure non era così se una tranquilla domenica di fine estate, con davanti un pomeriggio da trascorrere spensierati insieme in spiaggia, si è trasformata in orrore.