Bimbi disabili, no all’anno in più di asilo

Protesta dei genitori contro l’Ufficio scolastico regionale: ma secondo i medici rischiano di avere difficoltà alla primaria

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Avevano chiesto che i loro figli, affetti da disabilità, ritardo o disturbi dell’apprendimento, potessero restare un anno in più nella scuola dell’infanzia posticipando l’inizio della primaria. Lo avevano consigliato anche i neuropsichiatri e la stessa scuola anche considerando il fatto che questi bambini, più di altri, erano stati assenti per motivi di salute e per la pandemia. La conferma era arrivata in primavera, poi il 30 giugno scorso, ultimo giorno di scuola il dietrofront dall’ufficio scolastico regionale. Sono in 111 nelle Marche, i bambini tra i 5 e i 6 anni, per lo più affetti da autismo, ritardo o disabilità i quali si erano visti accordare il ‘fermo’, ovvero l’anno di materna in più, come suggerito dai medici dal personale di sostegno per incrementare capacità di attenzione ed autostima, consentire il recupero del tempo perduto ed evitare che l’avvio della scuola dell’obbligo fosse vissuto come traumatico perché prematuro.

Dopo l’iniziale sconforto e preoccupazione però molte delle famiglie interessate hanno protestato scrivendo all’ufficio scolastico regionale e all’Asur tutte le loro preoccupazioni. In queste ore le richieste delle famiglie sono al vaglio dell’ufficio scolastico regionale, dell’Asur e dell’Unità multidisciplinare dell’età evolutiva. Proprio lunedì si è tenuto un incontro per decidere il da farsi e valutare quali richieste accogliere. Alle famiglie che attendono di sapere se i loro figli potranno restare un altro anno con le loro insegnanti di scuola materna, non è stato ancora reso noto l’esito. Nel frattempo molti di loro, a malincuore, hanno fatto domanda di iscrizione alla primaria, per non rischiare problemi a settembre. "Nostro figlio - spiega un papà jesino – ha un ritardo del linguaggio dovuto a delle convulsioni avute quando era piccolo. Ha perso oltre un anno tra Covid e problemi di salute. Solo di recente ha avuto il sostegno e gli stessi medici hanno valutato opportuno per lui un altro anno di scuola dell’infanzia perché avrebbe possibilità di crescere e acquisire maggiore fiducia in se stesso prima di andare alla primaria. Anche la scuola era dello stesso avviso, ma non abbiamo ben capito perché la domanda di permanenza alla primaria è stata accettata e poi dopo diversi mesi rigettata dall’ufficio scolastico regionale. Abbiamo chiesto spiegazioni ma ci hanno detto che delle linee guida non consentivano di accettare la richiesta e che l’unica strada era il ricorso al Tar".

"Nostro figlio è affetto da autismo – spiega un’altra mamma residente in Vallesina –. Il neuropsichiatra ha consigliato la permanenza alla scuola dell’infanzia vista anche la pandemia e il fatto che nel primo anno è mancato spesso perché cagionevole di salute. Avevano accolto la nostra domanda salvo poi scoprire l’ultimo giorno di scuola che non era più così. Tutto nascerebbe dal fatto che secondo l’ufficio scolastico regionale le domande sarebbero troppe, come se un genitore decidesse per un capriccio di non mandare i figli alla primaria. So che c’è stato un incontro e che le varie situazioni sono al vaglio. Di fatto ad oggi non sappiamo se nostra figlia il prossimo mese cambierà scuola o meno".

Sara Ferreri