Botte dalle bande, il Papa: "Non abbia paura"

Bergoglio risponde con una lettera alla mamma del ragazzo vittima tre volte dei bulli: "Sostenere il giovane affinché riscopra se stesso"

di Marina Verdenelli

Il Papa scrive a mamma coraggio, "non abbia paura, cerchi forza nella fede". Suo figlio era stato tre volte vittima dei bulli e dopo l’ultima aggressione, avvenuta il 4 dicembre scorso, alla fermata del bus di piazza Ugo Bassi, lei, Patrizia Guerra, aveva preso carta e penna per riporre il suo pensiero su quando la cittadina di Ancona stava sopportando e subendo.

Chiedeva vicinanza e aiuto mamma coraggio, oggi paladina anti bulli insieme ai City Angels, perché le istituzioni sembravano non essere in grado di proteggere suo figlio. "Fermi lei quei delinquenti", aveva chiesto a papa Francesco. Dopo mesi di attesa Bergoglio non l’ha delusa e nella sua cassetta delle lettere ieri pomeriggio c’era un pacchetto con dentro non solo la risposta del pontefice ma anche un rosario da lui benedetto e una sua foto da stringere in mano.

"Sono commossa – ha commentato Guerra – e felice che le mie parole sono state lette. Custodirò tutto con amore e seguirò quando il papa mi manda a dire". La lettera è arrivata direttamente dal Vaticano, è datata 29 aprile, su carta intestata della segreteria di stato, prima sezione affari generali. La firma è di mosignore Luigi Roberto Cona, assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato, che le risponde riportando i pensieri e le parole del pontefice. Nello scritto si dice che papa Francesco ha letto "la dolorosa vicenda vissuta dal figlio" per la quale Patrizia chiedeva vicinanza spirituale. "Nell’accogliere con animo riconoscente i sentimenti che hanno suggerito tale gesto – riposta la lettera – Sua Santità assicura un particolare ricordo nella preghiera e la esorta a sostenere il giovane, incoraggiandolo a riscoprire se stesso con pazienza e fiducia in quanto trovare la propria identità è un cammino di dialogo, di riflessione, un cammino di interiorità". Papa Francesco le dice che "non bisogna avere paura di dialogare, ognuno di noi ha qualcosa di buona da dare all’altro. Ognuno di noi ha bisogno di ricevere qualcosa di buono dall’altro".

Con la benedizione del rosario le ha augurato di trovare fortezza nella fede e feconda pace interiore. "Ci speravo in una risposta – ha detto Patrizia – ma non me l’aspettavo. La lettera ovviamente la darò a mio figlio che ancora non si è ripreso da quelle brutte vicende. Ho scritto anche a Mattarella, chissà se risponderà anche lui". Gli aggressori della fermata del bus non sono stati ancora individuati. Il figlio di Patrizia tornava a casa da scuola e stava aspettando il bus quando almeno in cinque lo circondarono. Uno gli spaccò una radiolina in testa ferendolo e lo fece finire in ospedale. Un altro lo aveva preso a calci. Su un cartello stradale erano rimasti i segni del sangue.