MARINA VERDENELLI
Cronaca

Botte e minacce dal marito Vuole vivere all’occidentale Inferno nella casa islamica

La bengalese non poteva imparare la lingua italiana o uscire con le amiche "Avevamo pochi soldi ma lui non voleva che lavorassi". Condannato a 4 anni.

Botte e minacce dal marito  Vuole vivere all’occidentale  Inferno nella casa islamica
Botte e minacce dal marito Vuole vivere all’occidentale Inferno nella casa islamica

di Marina Verdenelli

]Prima aveva voluto che lei lo raggiungesse in Italia ma appena la donna ha iniziato ad ambientarsi, difendendo la sua libertà e iniziando a vivere una vita all’occidentale, lui avrebbe iniziato a trattarla male. Non voleva che lavorasse, nemmeno che uscisse con le amiche e quando c’era da fare la spesa lui non le avrebbe comprato nemmeno da mangiare. A subire tutto questo è stata una donna bengalese, 35 anni, che dopo due anni difficili ha denunciato il marito, 43 anni, connazionale, facendolo finire a processo per maltrattamenti aggravati. Mercoledì pomeriggio è arrivata la condanna per l’imputato, difeso dall’avvocato Pietro Sgarbi. Il giudice Pietro Merletti lo ha condannato a 4 anni e un mese di carcere. Prima della sentenza ha rilasciato dichiarazioni spontanee in aula, rigettando le accuse e spiegando che lui non ha mai maltrattato la moglie e provvedeva economicamente a tutta la famiglia.

Quando la donna è stata sentita in una udienza precedente, come parte offesa, aveva raccontato che il marito non voleva nemmeno che lei imparasse la lingua italiana. Nemmeno uscire con le amiche le era permesso. Ogni volta che provava a ribellarsi lui la picchiava e l’avrebbe costretta a rimanere chiusa in casa, impedendole anche di recarsi al pronto soccorso quando un giorno le ha buttato addosso una bicicletta ferendola alla testa. Il marito, mussulmano, rispettoso del Ramadan, avrebbe osteggiato la libertà della moglie. La donna, dalla quale ha avuto anche dei figli, lo aveva raggiunto in Italia, ad Ancona, dove vivevano al Piano. Era il 2018 quando sarebbero iniziati i maltrattamenti. "In casa non c’erano abbastanza soldi – aveva riferito la 35enne sentita in aula – lui non li dava ma non voleva nemmeno che io lavorassi". Quando aveva trovato un impiego in un negozio di frutta e verdura lui si sarebbe opposto. "Allora mi arrangiavo in casa – aveva raccontato la vittima – cucivo vestiti ma non potevo uscire con le amiche della mia stessa nazionalità. Dovevo solo ubbidire".

La 35enne si era comprata anche una macchinetta da cucire che lui le avrebbe poi tolto. Quando lei non ubbidiva erano schiaffi e calci. Il 1 maggio del 2018 l’uomo sarebbe andato anche oltre. "Mi ha tirato addosso la bicicletta di mio figlio – aveva raccontato la 35enne – avevo una ferita alla testa. Era tutto chiuso fuori non sapevo come muovermi, alla fine mi sono medicata da sola. Poi sono stata dal mio medico, mi disse di andare al pronto soccorso per fare una ecografia ma mio marito non mi lasciò andare". La denuncia risale al 23 giugno del 2018 dopo che lui l’aveva minacciata dicendole che l’avrebbe accoltellata in faccia.