Botti di Capodanno, dal rimprovero alla rissa

Il rumore terrorizza un cane, il proprietario esce di casa per chiedere di smetterla e finisce a botte: 52enne senigalliese a processo

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di Marina Verdenelli

I botti di Capodanno terrorizzano il suo cane così esce di casa per rimproverare dei ragazzini ma finisce a botte. Voleva solo che smettessero di sparare ma adesso un 52enne senigalliese rischia una condanna per lesioni aggravate e minacce.

L’uomo è a processo davanti alla gup Francesca De Palma, del tribunale di Ancona, dove tramite il suo avvocato Marco Subiaco ha deciso di procedere con l’abbreviato dopo che la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per fatti accaduti due anni fa. Ieri è stato sentito in udienza e ha raccontato come si sarebbero svolti i fatti il 31 dicembre del 2020. Il 52enne, di professione trasportatore, abitava nella frazione di Scapezzano, e da pochi mesi aveva preso in casa un cucciolo di cane.

La bestiola era rimasta intimorita degli spari che, già dalla mattina, venivano fatti a distanza molto ravvicinata un po’ in tutta la frazione, in preparazione della festa dell’ultimo dell’anno anche se i botti erano stati vietati da una ordinanza comunale. Finché è stato giorno il proprietario non avrebbe fatto osservazioni e anche fino a mezzanotte avrebbe tollerato il divertimento dei botti che venivano sparati proprio a ridosso della sua casa, abitando appena sotto una piazza. Il problema è arrivato passata la mezzanotte. Qualcuno, da sopra la piazzetta, avrebbe continuato a gettare raudi che esplodevano impaurendo il cane al punto che l’animale aveva fatto più volte la pipì per casa, tremando anche come una foglia.

Così il 52enne è uscito per chiedere ai responsabili di smettere ma si sarebbe trovato davanti degli adulti che lo hanno preso a male parole. "Sono ragazzini, è Capodanno, non rompere" gli avrebbero risposto seccati e, stando alla tesi difensiva, gli sarebbe stato dato anche un calcio per allontanarlo.

Il 52enne a quel punto avrebbe reagito mollando due ceffoni a un adulto e altri due a un altro adulto lì presenti (nel parapiglia erano accorse poi altre persone). La cosa sembrava poi essere finita lì perché uno di quelli che aveva preso i ceffoni aveva chiesto scusa e la questione si era calmata. Ma non era così.

A distanza di giorni sono arrivate le denunce per lesioni con referti medici che prima erano di 8 giorni e poi, almeno per uno dei due picchiati, è arrivato a 48 giorni. I due feriti si sono costituiti parte civile e chiedono un risarcimento danni di 5mila, uno, e l’altro di 2mila euro. L’udienza è stata rinviata al 26 gennaio per la discussione e la sentenza.